Sofferte, combattute, viste e riviste, decise e sparigliate. Ma alla fine consegnate. Le liste pugliesi dei candidati alla Camera e al Senato hanno tenuto gli aspiranti parlamentari con il fiato sospeso fino all’ultimo. A cantar vittoria sono in 1.041. Un esercito di candidati passati indenni dalla strettoia di deroghe e regole, che ad ore invaderà piazze e palchi – reali e mediatici – con il fine ultimo di raggranellare consensi. 27 liste alla Camera e 24 al Senato. Tutte pulite? Forse un altro candeggio lo avrebbero meritato. Perché qualche macchiolina, magari di quelle che si intravedono sotto il candore del pulito, c’è.

Il primo nome che nei pugliesi ha risvegliato ricordi è quello di Ferdinando Pinto, capolista della Lega Nord alla Camera. Era lui il gestore del Teatro Petruzzelli di Bari quando, in una notte del 1991, le fiamme avvolsero e distrussero il quarto teatro più grande d’Italia. “La sera del 26 ottobre 1991 ero un uomo di successo. La mattina del 27 ero un disperato” disse Pinto. Il problema è che due anni dopo divenne anche un indagato. Per quella vicenda, l’ex gestore del Petruzzelli, fu arrestato e condannato in primo e secondo grado. Alla fine assolto. A metà del 2012 arriva un’altra inchiesta. Pinto è implicato in una indagine della Procura di Roma su un presunto giro di mazzette e carte false finalizzato a cancellare i protesti a personaggi più o meno noti. L’accusa è di concorso in corruzione e falso.

Vicende simili anche in casa Pdl. A cominciare dal capolista alla Camera Raffaele Fitto, per il quale la Procura di Bari ha chiesto la condanna a 6 anni e 6 mesi per presunta corruzione. Il gruppo Tosinvest, secondo l’accusa, avrebbe dato 500 mila euro alla lista elettorale fittiana La Puglia prima di tutto in cambio di un appalto di sette anni per gestire le Residenze Sanitarie Assistite. Nella stessa lista, blindata in sesta posizione, figura anche Elvira Savino, indagata dalla Procura di Bari per riciclaggio. Avrebbe disposto di una carta di credito appoggiata sul conto di Michele Labbellarte, braccio destro del boss della mala barese Savinuccio Parisi. Al suo matrimonio Berlusconi conobbe Gianpi Tarantini. Ne è uscito da poco con un’assoluzione Gianfranco Chiarelli, candidato alla Camera, indagato dall’antimafia di Lecce su indicazione del collaboratore di giustizia Mario Babuscio, per presunto voto di scambio con la malavita tarantina, ma poi archiviato. Guai anche per Adriana Poli Bortone, capolista al Senato per Grande Sud, indagata dalla procura della Corte dei Conti di Bari per un presunto danno erariale da 750 mila euro subito dal Comune di Lecce. Secondo i magistrati contabili, l’incarico che per 9 anni l’allora sindaco Poli Bortone avrebbe assegnato al suo consulente Massimo Bonerba sarebbe stato del tutto superfluo.

Dal versante opposto, in Sinistra Ecologia e Libertà, accomunato dallo stesso destino c’è Arcangelo Sannicandro, numero 6 alla Camera. E’ indagato dalla Procura di Foggia per una presunta truffa ai danni dell’Inps. Avrebbe falsificato atti giudiziari per ottenere rivalutazioni di salario e indennità non dovute dall’Ente. Come pure Antonio Decaro, in corsa con il Pd, imputato per un presunto tentativo di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità pugliese. Ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato.

Balzano agli occhi, inoltre, quelli che hanno cambiato casacca. Lorenzo Ria, parte con il Pd, approda nell’Udc transitando due volte nel Gruppo Misto. Ora è candidato con Centro Democratico di Tabacci. Stessa lista di Antonio Buccoliero, passato nel giro di cinque anni dal centrosinistra al centrodestra, con una breve sosta nel mezzo. Gabriella Carlucci eletta nel 2001 con Forza Italia, diventa sindaco di Margherita di Savoia con il centrodestra ma nel frattempo cambia casacca e passa all’Udc, lista che oggi la ospita. Ma il cambio più veloce è quello di Michele Saccomanno. Fino alla tarda serata di domenica 20 gennaio era in sella al Pdl, tanto da seguire con fibrillante e sofferta attesa la “lunga notte” delle liste pugliesi. Il mattino del lunedì comprende e apprende che lo spazio per inserirlo nelle liste berlusconiane è pari allo zero. Quattro ore dopo è iscritto al quarto posto di Fratelli d’Italia.

Menzione speciale meritano i ‘parenti d’arte’. Fra loro Alessandro Emiliano, fratello del presidente del Pd pugliese e sindaco di Bari. “Non verrà eletto”, twitta nervosamente Emiliano senior. Certamente più possibilità avrà Fabrizio Tatarella, quarto alla Camera nella lista di Futuro e Libertà. Figlio dell’europarlamentare – finiano – Salvatore. E’ lo stesso genitore a dire però “Non chiamatelo figlio di….Nel caso, nipote. Di Pinuccio”.

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