“Facciamo bene a stare insieme stasera, facciamo bene perché siamo vivi, domani chi lo sa, te la prendi te la responsabilità”. Si intitola L’uomo più semplice il nuovo singolo di Vasco Rossi, uscito in contemporanea su tutte le radio ma annunciato, come sempre, sulla sua pagina Facebook. Giornata campale per il Blasco che annuncia anche le prime date del nuovo Live Kom 013: il 9 e 10 giugno 2013 allo stadio Olimpico di Torino e il 22 e 23 giugno allo stadio Dall’Ara di Bologna con prevendita già dal 25 gennaio. 

Una melodia inedita, ritmata, forte, quella de L’uomo più semplice, dove le note lasciano spazio alla voce del Kom, quella di sempre, che un po’ roca e un po’ ironica, invita chi ascolta a non perdere tempo. A vivere subito, perché il futuro è imprevedibile ed è meglio non rischiare, non rimandare. Il testo è semplice, chiaro, diretto. Un po’ come Vasco, che in pochi minuti di musica è riuscito a trasmettere messaggi complessi, a riassumere anni e generazioni tanto da conquistare, album dopo album, milioni di fan e la vetta delle più importanti classifiche, in Italia e all’estero.

La mia musica è terapia diceva il rocker di Zocca sul palco della Futurshow Station di Casalecchio di Reno, nel 2010, tutto esaurito. E così è stato. Lasciata la clinica Villalba a Bologna, lasciati i medici e quella malattia che l’aveva costretto a concludere con l’amaro in bocca un’estate che aveva già il sapore del grande ritorno, lui, il Kom, è tornato in sala di registrazione, a cantare. A comporre, incidere, e dare vita a un brano che sa di rivalsa. Esprime, forse meglio delle parole, quella frustrazione che proprio lui raccontava di provare appena qualche mese prima, quando l’endocardite e l’ostiomelite lo strapparono alla scena, lo costrinsero a interrompere il tour, il Live Kom 2011 per ritirarsi in uno stupido hotel, in una camera senza cielo, e guarire.

Allora non era rimasto così lontano dai suoi fan come è accaduto in questi mesi, riempiti solo da qualche post, una fotografia, il link a una vecchia esibizione su qualche palcoscenico italiano. Allora aveva comunicato attraverso i suoi clippini, si era espresso su tutto ciò che in Italia stava accadendo, aveva raccontato anche di sé perché, diceva ai suoi fans, i soliti, voglio trasmettervi la mia esperienza, quella di chi ne ha fatte di tutti i colori senza pensare molto alle conseguenze. Voglio offrirvi qualche consiglio. E il silenzio, stavolta, sembrava un brutto segno.

Invece si preparava solo a un grande ritorno. “Se non ci credi tu non ci può credere nessuno”, scherzò, quando gli venne conferita la laurea honoris causa, l’11 maggio 2005, in Comunicazione, alla Iulm di Milano, e infatti lui ci ha creduto. Non si è lasciato abbattere, non si è perso d’animo mai, e in silenzio è tornato al lavoro, come fanno le rockstar, a piangere, ridere, divertirsi, e far piangere, far ridere, far divertire.

E’ vero, nonostante i più recenti annunci, l’attesa è ancora viva su Facebook, perché sono molti quelli che vorrebbero sentirselo dire da lui che va tutto bene, con la sua voce, e magari gli occhialetti rossi a forma di chitarra elettrica, simbolo e segno di Jack Le Fou. Bisognerà aspettare. Certo è che l’impronta che il Kom ha voluto dare al 2013 appena iniziato è quella della rinascita.

L’anno scorso aveva espugnato il tempio, forse, della musica classica: il teatro Alla Scala di Milano. Aveva portato in scena un balletto, l’Altra metà del cielo, di cui aveva firmato anche la drammaturgia, contaminando quel palcoscenico d’eccellenza con il suo rock, la sua musica. Con tredici tra i brani più amati del Blasco, da Gabri ad Albachiara, da Delusa a Incredibile Romantica, aveva difeso la sua corona di primo in classifica, insomma. Infine il ritorno: singolo nuovo e le date del tour. Buona fortuna Komandante.

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