Del Servizio Ferroviario Metropolitano, la più importante infrastruttura della mobilità bolognese, ne abbiamo discusso venerdì 18 gennaio alla sala Silentium del quartiere San Vitale a Bologna. Hanno svolto relazioni gli architetti Pietro Maria Alemagna e Fioretta Gualdi, il dott. Marco Spinedi e Paolo Serra, sono intervenuti  inoltre Andrea de Pasquale, Andrea Paltrinieri del comitato utenti della linea Vignola -Bologna, Antonio Liguori del Comitato No-People mover, Claudio Dellucca presidente di Legambiente, Giacomo Venturi vicepresidente della provincia, la dottoranda ing. Sara Belluzzi che ha presentato la sua tesi “Bologna la via del ferro”, Ugo Mazza, Sergio Salsedo, l’ingegner Alberto Croce, Milena Naldi presidente del quartiere san Vitale, numerosi cittadini e altri esponenti di associazioni di pendolari e utenti.

Le relazioni hanno affrontato il tema infrastrutture per la mobilità, sotto molteplici punti di vista: urbanistico e ambientale, sulla metodologia di programmare e realizzare la pianificazione e i progetti, nel merito dell’efficacia dell’SFM, cioè  come realizzare l’ottimizzazione delle risorse raggiungendo il miglior livello di servizio, fondamentale per lo spostamento di decine di migliaia di utenti in tutto il territorio metropolitano (provinciale) che urbano.

Giacomo Venturi ha illustrato i dati di crescita del servizio e gli investimenti in corso per la sua implementazione, in particolare l’acquisto di nuovo materiale, dodici treni già realizzato, oggi  si è tenuta la conferenza stampa di presentazione, in stazione centrale con un bel viaggio fino alla stazione di Rimesse e ritorno, più altri sette di prossima acquisizione.

Il nucleo centrale del convegno è la riaffermazione della necessità di realizzare sulla linea principale passante, Vignola- Bologna- Budrio- Portomaggiore che collega il bacino di utenti più consistente di tutta la rete, in coincidenza dell’interramento del binario che attraversa il quartiere san Vitale, all’altezza dell’ospedale s. Orsola, il raddoppio della linea che permetterà la possibilità di aumentare la frequenza dei treni portandola a dieci-quindici minuti a regime.

Una soluzione fondamentale per rendere effettivamente competitivo il servizio, in un’area in cui tra Policlinico e Università i potenziali utenti del servizio, sono circa dieci milioni l’anno.

Questo progetto previsto dalla pianificazione regionale del 2009 con lo screening ambientale aveva confermato la previsione di realizzazione del raddoppio della linea, utilizzando una fascia parallela al binario esistente in fase di interramento per consentire la fluidificazione del traffico stradale.

Nelle fasi successive di perfezionamento del progetto, precisamente nel 2009, in preparazione della conferenza di servizi per l’approvazione definitiva era confermata la previsione del raddoppio del binario, il 28/5/2010 invece,  viene modificato il progetto eliminando il raddoppio senza una motivazione tecnica né economica plausibile giacché il raddoppio del binario comporterebbe un aumento di circa sei milioni sul costo dell’interramento della linea di quarantaquattro milioni, una cifra del tutto compatibile con l’importanza della soluzione prevista.

Il mancato raddoppio impedirebbe definitivamente la possibilità di incrementare le frequenze dei treni per rendere effettivamente alternativo l’Sfm all’uso di altri mezzi pubblici o privato, con spreco di tempo e denaro, sacrificando la possibilità di dotare la città di un servizio di collegamento rapido ed economico, alternativo all’auto. Una visione miope.

Tutti i tecnici qualificati, gli amministratori, i rappresentanti di associazioni, utenti e comitati, partecipanti al convegno hanno affermato l’utilità di questa scelta per conseguire l’ottimizzazione di un servizio che a regime potrà consentire l’utilizzo dell’SFM a oltre 150.000 utenti al giorno con notevole riduzione dell’uso dell’auto.

Un servizio molto importante non solo per gli spostamenti tra provincia e città ma anche all’interno dell’area urbana, un servizio molto più importante e strategico del People Mover che costa oltre 100 milioni e collega solo stazione e aeroporto, senza apportare alcun significativo sviluppo del sistema di collegamento complessivo.

Il convegno si è chiuso con l’impegno a proseguire gli incontri e il confronto per monitorare l’avanzamento del progetto e la situazione della mobilità cittadina, confrontandosi con le istituzioni competenti. Interpellato successivamente , l’assessore Andrea Colombo che non ha potuto partecipare al convegno, ha confermato che è in corso la verifica tecnica del progetto d’interramento di alcuni tratti della linea Bologna Portomaggiore, che la possibilità del raddoppio della linea tecnicamente sembra non realizzabile e oltretutto c’è un problema di reperire il finanziamento aggiuntivo ma che s’impegna a verificare approfonditamente ogni  possibilità in tal senso.

Il gruppo promotore del convegno e tutti coloro che sono interessati all’ottimizzazione del servizio ferroviario metropolitano, proseguiranno a monitorare l’andamento del progetto senza rinunciare a conseguire i risultati attesi

Articolo Precedente

Gallinari, Rifondazione ai funerali. L’Idv: “Passo indietro o via da Lista Ingroia”

next
Articolo Successivo

Teatro di Conselice: il 2013 riparte con Massironi, Impacciatore e Bucci/Sgrosso

next