Ci sono aspiranti panettieri, commessi e factotum nelle parrocchie di mezza Sardegna. Sono i vincitori del contestato bando Tirocini della Regione, quasi una lotteria, che in questi giorni ha sollevato un polverone telematico e anticipato promesse dal sapore elettorale. Altri bandi e altri stanziamenti pubblici (in due anni sono stati spesi 15milioni di euro) per soddisfare gli esclusi sul piede di guerra. Che sono davvero tanti: per ottenere i 1.700 voucher a disposizione hanno partecipato in oltre 10mila. Con un sistema di selezione semplice semplice: quello del “chi prima arriva”. Tutto on line, peccato che il portale dell’Agenzia regionale per il lavoro che gestiva domanda/offerta sia andato in tilt proprio la mattina del clic Day, due giorni fa. Prima è apparsa la scritta di un non meglio specificato “attacco hacker” poi in una nota ufficiale si è appreso che i posti erano già finiti. Da lì la bufera, la rabbia e l’indagine della Polizia postale su presunte irregolarità nella procedura.

Intanto è stato pubblicato l’elenco di chi ce l’ha fatta. Di chi ha avuto insomma il dito, o una connessione, più lesta di altri. E nell’elenco fitto fitto di 14 pagine spuntano a sorpresa molte curiosità: tra le società, aziende, che si sono accaparrate uno stagista per sei mesi a costo zero c’è lo Studio associato Cappellacci, proprio lui, il presidente della Regione. E pure l’azienda di un consigliere regionale Pdl, Angelo Stochino. E ancora numerose parrocchie, varie Asl, consorzi industriali provinciali, consorzi di bonifica, associazioni di categoria come l’Unione provinciale artigiani e pure un partito, l’Italia dei valori. La segreteria regionale ha presentato la richiesta ed è stato scelto un giovane dirigente provinciale, non uno sconosciuto. E infatti fra i 9mila e passa fuori dalla lista corre voce che fosse quasi indispensabile avere già un accordo con la controparte, e che sia stata data una strada agevolata. Tutto da verificare, ovviamente.

I tirocini dureranno sei mesi, saranno pagati con 500 euro lordi, ossia 400 netti mensili, per 32 ore di lavoro a settimana. Quasi un miraggio nella Sardegna del non lavoro, dove il tasso di disoccupazione tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è arrivato nel 2012 a punte del 42 per cento. Ossia quasi uno su due non ha un impiego. Una sorta di “ammortizzatore sociale”, per altri un “parcheggio”. Anche se chiunque può partecipare, senza limiti d’età. Tant’è che tra i vincitori ci sono anche alcuni cinquantenni.

L’azienda (o ente pubblico) che ospita il tirocinante non paga nulla, nemmeno un euro. I soldi sono infatti della Regione, grazie al Fondo sociale europeo: quest’anno sono stati stanziati 5 milioni di euro. Per la precedente edizione sono stati spesi 10 milioni di euro, e già si parla di altri stanziamenti proprio per mettere a tacere la protesta velenosa che serpeggia nei vari gruppi Facebook. Lo ha annunciato lo stesso governatore Cappellacci dopo aver prima assicurato l’annullamento del bando, poi ritrattato. Posizione invece ribadita dall’assessore al Lavoro, Antonello Liori. I soldi a pioggia sono attesi anche da Confindustria che plaude all’annuncio anche per “la necessità di supportare adeguatamente i bisogni aziendali con strumenti caratterizzati da un’elevata flessibilità”. E contrastati dai sindacati, tra tutti la Cisl che chiede di “Rifare tutto”.

Per settimane sulla vetrina online del portale regionale sono stati pubblicati i progetti formativi e gli annunci. In tanti hanno storto il naso davanti a richieste che violavano apertamente le norme sulla parità di genere, a caccia di “bariste” o “operai”, responsabilità totalmente a carico degli inserzionisti tra cui spuntano anche un’agenzia funebre e un sexy shop. Caso che aveva già attirato l’attenzione del blog “La Repubblica degli stagisti” per due anni di seguito. Il sospetto che tra tanti con buone intenzioni ci sia qualcuno che cerchi manovalanza gratis è molto forte. Anche se il profilo dei tirocinanti della passata edizione è particolarmente alto: l’80 per cento ha una laurea.

Uno su quattro, secondo quanto dichiarato dall’assessore Liori, avrebbe ricevuto un contratto. Ma alcuni sono stati sostituiti da nuovi tirocinanti, altri lasciati semplicemente a spasso. Il malumore serpeggia comunque soprattutto sul web: si organizzano proteste e denunce ma c’è chi si consola con la promessa del nuovo bando e di altri 3mila tirocini in palio. E i candidati non mancano, come la “fame” di lavoro, o di un qualsiasi sussidio.

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