Mario Monti non sale soltanto in politica, lo fa anche sui social network. Ma le piattaforme partecipative non sembrano essere l’ambiente in cui il Professore riesce a destreggiarsi meglio. Chiude i commenti ai video su YouTube, concepisce gli status di Facebook come ordini da impartire ai suoi iscritti (“A breve sarà pubblicato il video di un intervento personale di Mario Monti. Intanto condividete questa pagina e cliccate ‘mi piace'”) e su Twitter dribbla le domande a cui non intende rispondere. Una comunicazione monodirezionale in netto contrasto con l’idea di partecipazione. E che non sfugge agli utenti, pronti a metterlo di fronte alle sue contraddizioni. Politiche e digitali.

L’ultimo caso riguarda un tweet di venerdì. ”Per favorire il ricambio generazionale nelle professioni, in politica e nelle istituzioni la parola d’ordine è merito. Spazio a chi è capace. Eliminare subito cooptazioni, nepotismo e baronie”, ha osservato Monti sul sito di microblogging per rispondere a una domanda posta dal Forum Nazionale dei giovani. Propositi nobili e condivisibili? Certo. Peccato che il presidente del Consiglio sembri dimenticare che proprio uno dei suoi principali alleati, Pier Ferdinando Casini, ha trovato posto nelle liste al fidanzato della figlia, alla cognata e al marito della sua portavoce

Se la provenienza dei candidati dal leader Udc sfugge al Professore, sono gli utenti su Twitter a ricordare a chi sono stati promessi i seggi del ‘suo’ centro. “Certo – scrive Paolo – i suoi due soci #casini #fini due puri ed innocenti nel merito: spazio ai due capaci” e Antonio rincara la dose: “Casini e Fini sono due incapaci e hanno candidato mezza famiglia…era meglio se rimaneva un tecnico, di politica capisce poco”. Un altro internauta vuole riportare l’attenzione di Monti alla composizione delle liste (“Si è visto dai candidati #udc e #FLI! Nipoti figli fidanzati e lecca culo!”), e c’è chi oltre ai due politici della coalizione rimprovera al presidente del Consiglio l’incoerenza di questa dichiarazione rispetto ad alcune nomine nel suo governo (“Detto da uno che ha fatto ministro il sig. #Martone… Ma piantala!”). 

Commenti critici che mettono il premier con le spalle al muro in ambiente social. Un terreno dove il Professore e il suo staff, per ora, hanno accantonato una reale volontà di confronto con gli elettori. Sin dal debutto, ad esempio, si è sottratto ai tweet che gli chiedevano conto della sua posizione riguardo a precariato e temi etici, dall’aborto alle unioni omosessuali. Quesiti rimasti del tutto inevasi. In compenso, aveva replicato su spread e crisi, ma in 140 caratteri le risposte non potevano che essere superficiali e per nulla esaustive. Eppure il presidente del Consiglio non si è fermato a twitter e dal sito di microblogging ha annunciato ai suoi follower: “Salite con noi [parafrasando la sua ‘salita in politica’ contrapposta alla ‘discesa in campo’ di Silvio Berlusconi, ndr] su Facebook“, indicando la pagina di riferimento.

Si è iscritto il 29 dicembre e da allora ha pubblicato quattro post. Uno di questi, più che uno status, assomiglia a un comando: “A breve sarà pubblicato il video di un intervento personale di Mario Monti. Intanto condividete questa pagina e cliccate ‘mi piace'”. Firmato ‘ST’ che, come si legge in un altro post dal titolo “Termini e condizioni di utilizzo dei canali Social Media di Mario Monti”, indica lo staff. Il testo annuncia anche contenuti multimediali e dopo qualche foto insieme a Obama e in occasione della presentazione dell’Agenda, arriva il primo video. E’ stato caricato su YouTube. Peccato, però: “i commenti sono stati disabilitati”. “Un sacco social sto Professore” nota Arianna e Francesco traccia il bilancio dei politici ‘in Rete’: “Partono tutti in quarta con bei proposito e promesse. Quando si accorgono che il mezzo implica la possibilità di replica ritornano al modello, io parlo e tu ascolti e taci”. Per alcuni “è in linea col Paese”, perché seppure “con stile diverso, millanta” e per altri rimane la curiosità di un confronto reale a fronte della distanza con gli utenti ‘digitali’: “Mi piacerebbe vedere quest’uomo in una piazza, mentre parla ai cittadini che gli hanno chiesto ‘vada avanti, vada avanti'”.

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