I moderni oracoli, i sondaggisti, si dedicano a interpretare le volontà di “coloro che decidono” che non sono più i capricciosi dei dell’Olimpo ma il corpo elettorale. I sondaggi hanno tanti problemi: sono in generale svolti su campioni molto piccoli e dunque c’è il problema del significato di piccole variazioni di misurazioni e della rappresentatività del corpo elettorale. I sondaggi inoltre sono spesso utilizzati prima delle elezioni proprio per influenzare il voto per cui se il risultato di un sondaggio a qualche mese dal voto risultasse differente dall’esito del voto stesso, si può sempre sostenere, magari a ragione, che le scelte dell’elettorato sono cambiate e che magari sono cambiate proprio in base all’influenza di una serie di sondaggi che davano la vittoria o la sconfitta di una certa parte politica.

Nell’era di internet è disponibile una grande quantità d’informazione, e molti si pongono il problema di monitorarla per cercare di estrarne delle indicazioni utili sull’orientamento di una parte relativamente vasta della popolazione, quella che appunto usa i social network per scambiare messaggi, ma non solo. Durante le ultime elezioni americane è stata fatta un’analisi dei messaggini scambiati su Twitter (i tweet) dagli utenti. In particolare è stata fatta un’analisi semantica, tramite un apposito software che ha ovviamente preservato l’anonimato degli utenti, volta a carpire se i tweet fossero favorevoli o contrari a Romney e Obama. Il risultato è stato molto interessante: si è trovato che ha vinto le elezioni il candidato che ha ricevuto meno tweet negativi. Si potrebbe anche concludere che ha vinto chi ha ricevuto più tweet favorevoli, ma il numero dei tweet critici è stato di gran lunga maggiore di quelli favorevoli per entrambi i candidati. La stessa analisi è stata fatta sugli articoli dei quotidiani ed è risultata sostanzialmente in accordo sia con l’analisi dei tweet che con il risultato delle elezioni.

Questo tipo di analisi è chiamata “sentiment analysis” e si è rivelata essere un fecondo campo di informazioni sull’orientamento del corpo elettorale. Si può, infatti, limitare la sua analisi in date regioni (ad esempio nei singoli stati degli Stati Uniti) e a un certo tempo, per capire, quasi in tempo reale, come gli elettori reagiscono a certe scelte e condizionamenti. E’ importante osservare come i tweet sono stati generati indipendentemente dal proposito scientifico per il quale sono stati successivamente usati. Se da un lato questo potrebbe apparire un pregio legato alla spontaneità del gesto, d’altra parte è chiaro come sarebbe desiderabile avere a disposizione strumenti per raccogliere dati mirati a precisi scopi scientifici. I nuovi sviluppi delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione permettono di esplorare proprio questa strada tramite una metodologia per la quale è ormai invalsa la denominazione di “computazione sociale” che coinvolge popolazioni di individui che affrontano collettivamente problemi difficili con un piccolo sforzo cognitivo. In questa prospettiva il Web ha le potenzialià per diventare una piattaforma per la computazione sociale.

La nuova frontiera della “sentiment analysis” è quella di organizzare veri e propri esperimenti in ambito sociale coinvolgendo direttamente gli individui tramite il Web in attività sotto forma di gioco. E’ proprio di questi giorni il lancio di “laPENSOcosì”, un interessante esperimento che coinvolge gli utenti con lo scopo di fornire una fotografia in tempo reale dell’umore del corpo elettorale. Il gioco/esperimento è promosso dalla piattaforma Experimental Tribe. Per partecipare è sufficiente collegarsi al sito e cliccare su “Gioca” (o “Gioca su Facebook”).

Il gioco consiste nell’assegnare un voto a singoli politici, partiti, coalizioni ecc. Il voto è rappresentato da un valore tra -1 e +1: è negativo quando si vuole esprimere disapprovazione ed è positivo quando si vuole esprimere un consenso. La possibilità di esprimere voti negativi è interessante, perché, come dimostra la storia recente, molto spesso l’offerta politica non è un granché esaltante e la motivazione maggiore si ha nel votare contro qualcuno piuttosto che per qualcuno. Inoltre il voto negativo depotenzia il valore dell’astensione o, se non altro, il suo legame con il voto di protesta. L’obiettivo è quello di raccogliere i giudizi degli utenti in continuazione per tutto il periodo della campagna elettorale. Questi dati sono dunque prodotti con lo scopo di sondare gli umori dei “giocatori” e permettono lo studio delle correlazioni tra il gradimento e la critica verso diversi attori politici. Questa situazione può dunque permettere un’analisi delle alleanze ma anche di determinate scelte politiche. Inoltre, poiché i dati aggregati sono resi pubblici quasi in tempo reale gli utenti avranno la possibilità di seguire l’evoluzione dell’umore complessivo del corpo elettorale nonché di costruirsi un proprio profilo personale di voto. Lo svantaggio principale è che è necessario che si formi una certa massa critica di giocatori perché il risultato abbia un senso. Dunque: giocate!

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