Canta Napoli. La Corte di giustizia federale restituisce in appello al Napoli Calcio i 2 punti di penalizzazione che la Commissione disciplinare aveva inflitto alla società partenopea il 18 dicembre scorso per la presunta combine di Sampdoria-Napoli. E adesso il Napoli con 42 punti in classifica, a pari con la Lazio e a -3 dalla Juventus, torna ad essere la grande antagonista dei bianconeri per lo scudetto. Annullata poi la squalifica di sei mesi per il capitano Paolo Cannavaro e per Gianluca Grava, che potranno tornare agli ordini del tecnico Mazzarri già da domenica prossima a Firenze.

Se Napoli ride, piange Palazzi, i cui teoremi accusatori convincono sempre meno. E la stessa Giustizia Sportiva è chiamata a ripensare la propria funzione. In aula Palazzi ha infatti dismesso le vesti dell’inquisitore e si è rimesso la volere della corte, chiedendo in pratica una penalizzazione di un punto come se ci fosse stato un patteggiamento (vedi il caso Bari-Sampdoria e la conseguente penalizzazione di 1 punto per i blucerchiati) e volendo così ribadire la sua prima richiesta fatta alla Disciplinare e poi rigettata, dato che qui il patteggiamento non c’è stato. La vittoria del Napoli diventa così un precedente clamoroso ed importantissimo per tutti gli altri processi in corso, sia in vista di eventuali patteggiamenti sia come vero e proprio schiaffo allo stesso concetto di responsabilità oggettiva.

Grazie al lavoro dei legali del Napoli che hanno smontato il teorema accusatorio nello specifico, e grazie a una strepitosa arringa difensiva del presidente De Laurentiis, degna della migliore tradizione dei penalisti partenopei. Irremovibile prima nel non voler accettare il patteggiamento, e sceso poi in campo in prima persona questa mattina nell’aula del NH Vittorio Veneto Hotel di Roma dove si è tenuto l’appello. Così parlò De Laurentiis: “Credo in questa giustizia ma, dopo la sentenza di primo grado, che considero ingiusta e offensiva, ho avuto qualche dubbio. Sono entrato da innocente e sono stato condannato a due punti di penalizzazione (…) Nessun handicap può penalizzare la cavalcata di questa squadra, pena la perdita di credibilità del campionato: non accetto una sentenza salomonica, vogliamo essere assolti (…) Il Napoli vuole misurarsi con gli avversari sul campo”.

Per il Napoli resta ora solo un’ammenda pecuniaria, che passa da 70mila a 50mila euro. Tolta la penalizzazione per la squadra e la squalifica per i giocatori, c’è poi stato uno sconto anche per Gianello: 21 mesi e reato derubricato a slealtà sportiva. Gianello era il pentito che aveva raccontato ai magistrati di avere proposto ai compagni di squadra di aggiustare la gara Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010: terminata con il risultato di 1-0 per i padroni di casa che consentì alla Sampdoria di accedere ai preliminari di Champions League la stagione successiva.

E la sua confessione era stata considerata sufficiente dai magistrati della disciplinare per la penalizzazione in corso del Napoli. Ora qualcosa dovrà cambiare. Ma la giornata non ha riservato solo note positive per il calcio. Di prima mattina, aprendo i lavori della conferenza Interpol ‘Calcioscommesse: il lato oscuro di un bel gioco’ il capo della Polizia Manganelli aveva infatti detto: “Non vi dico cosa prevedo accadrà nei prossimi giorni sul fronte calcioscommesse, altrimenti sarà la notizia di domani e oscurerà questa conferenza”. Un’allusione non troppo velata a quello che potrebbe succedere nel prossimo futuro e che dimostra che, se l’impianto accusatorio della Giustizia sportiva può e deve essere modificato, il marcio del calcio italiano è ancora lontano dall’essere stato estirpato del tutto.

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