Un incidente grave e un appalto per le pulizie contestato dai sindacati scatenano nuove tensioni nel salotto italiano della lirica. Alle due e mezza del mattino due addetti ai trasporti della Scala sono stati travolti da pannelli di legno alti tre metri che dovevano essere trasbordati a mano perché la piattaforma dove arrivano i camion in via Verdi, lato sinistro del teatro, non permette di far arrivare a livello ‘0’, praticamente al palco, i materiali per l’allestimento scenico. Così nel trasbordo dei carichi due lavoratori sono stati travolti dalle lastre e uno è stato ferito in modo grave, portato al Fatebenefratelli, per una diagnosi che parla di trauma cranico, contusioni e abrasioni.

I sindacati, registrando l’ennesimo incidente, rilanciano l’allarme sicurezza che si aggiunge a un nuovo e curioso ‘allarme pulizie’. Un’altra vicenda, nelle stesse ore, sta infatti alimentando tensioni e polemiche nel tempio della lirica gravato da un buco di 4 milioni di euro. Un appalto per le pulizie della Scala proprio ieri è finito dritto all’ispettorato del Lavoro, sulle scrivanie del magistrato di turno e del sindaco Pisapia. A occuparsene, dal primo gennaio, è un consorzio salernitano che ha vinto la gara da 2,4 milioni bandita a maggio dalla Fondazione che controlla l’ente. L’appalto è andato in porto con un ribasso rispetto del 39,22%, uno sconto che fa sicuramente bene alle casse dell’ente ma ha messo in agitazione i lavoratori. Dall’inizio di quest’anno una trentina di addetti alle pulizie svolgerebbero il loro lavoro senza un contratto, senza una posizione Inps e Inail che garantiscano loro le tutele assicurative per malattia e infortunio.

Nessuna assunzione sarebbe neppure stata comunicata all’Agenzia per l’impiego. In pratica alla Scala, quando le luci si spengono, si lavorerebbe in nero. Per questo la Confederazione autonoma di base ha diramato volantini, comunicati e ha fatto presidi all’uscita del teatro. Dopo 15 giorni passati senza risposte, la Cub ha infine deciso di varcare la soglia delle istituzioni e delle autorità e sporgere una formale denuncia. Il segretario generale Giuseppe Fiorito l’ha inviata all’Ispettorato del Lavoro e all’Asl e ha fatto un esposto in Questura che finirà sul tavolo del magistrato di turno. “Va bene contenere i costi – accusa – ma non se il risparmio viene fatto sulla pelle dei lavoratori, negando loro diritti garantiti dalla legge ed obbligatori per tutte le imprese. Per questo ho scritto anche al sindaco Pisapia, al sovrintendente Lissner e a tutti i soggetti coinvolti a qualche titolo nella gestione della Fondazione Teatro alla Scala”.

A Salerno cade dalle nuvole e nega qualsiasi irregolarità il direttore dell’azienda subentrante, la Ati Consorzio Stabile Miles Servizi Integrati. “Dal primo gennaio del 2013 – scandisce il direttore Matteo Scarpa – abbiamo assunto regolarmente tutti i dipendenti che erano in elenco nella precedente gestione, salvo una che era in malattia e che provvederemo ad assumere appena tornerà in salute”. Anche il legale dell’azienda smorza la polemica annunciando accordi e comunicati congiunti ad altri sindacati che ha incontrato ieri sera. Accordi che in ogni caso sarebbero successivi al periodo già trascorso, secondo la Cub in violazione delle regole e dei diritti dei lavoratori. Insomma due versioni molto diverse per una vicenda che assume i contorni del giallo. La Fondazione Scala, intanto, si dice sorpresa della vicenda, che seguirà con attenzione e fa sapere che nei giorni scorsi, sollecitata proprio dai lavoratori, aveva invitato la società salernitana a regolarizzare ogni posizione, così come indicato dal contratto.

Resta infine il dubbio sul servizio che non è rivolto solo al Teatro, ma anche a una serie di immobili sparsi per Milano e hinterland, come il Museo e gli uffici di via Torino, i magazzini di via Caporizzuto e via Archimede, i laboratori e sala prove dislocati nell’area ex Ansaldo di via Bergnone e a Greco. Il nuovo appalto già abbassava le ore da 4.200 a 2.200. Poi è intervenuto anche il ribasso che sfiora il 40%. Non sarà facile garantire lo stesso standard di pulizia con metà delle ore e delle risorse. Ma la grande Scala, alle prese con conti in rosso, sembra voler dare un colpo di spugna. Alle pulizie prima che agli sprechi.

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