Il 24 e 25 febbraio finalmente si vota. Molti degli attuali 945 parlamentari se ne torneranno a casa. Il vento cambia. Deve cambiare! Noi, “popolo”, siamo pieni di aspettative. Cosa chiediamo? Pulizia, onestà, correttezza, rispetto.

Ma se ne sentono delle belle e pure stravaganti.

Il Pd vorrebbe che Rivoluzione Civile di Ingroia, Di Pietro&C. ritirasse i suoi candidati in Lombardia, in Campania e in Sicilia, cioè nelle tre regioni decisive per assicurare a chi arriva primo la maggioranza non solo alla Camera, ma anche al Senato. “Legittima e comprensibile richiesta”, scrive Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano. Ma “nella realtà dei fatti accaduti in questo inizio di campagna elettorale, un po’ meno… Al momento della sua entrata in politica, Ingroia si appellò alle forze ritenute più vicine, cioè al Pd e a Grillo, per dialogare sui programmi ed eventuali alleanze”.

Grillo rispose con una battuta che non mi era piaciuta (e gliel’ho detto): non era interessato perché stimava la persona di Ingroia, ma lo criticava in quanto presunta “foglia di fico” dei vecchi partiti che adesso aderiscono alla sua lista.

Bersani invece, ricorda il Fatto, “nemmeno gli risponde al telefono e sguinzaglia i giannizzeri ad attaccare Ingroia come portatore di un non meglio precisato “giustizialismo” e di una fantomatica ‘guerra al Quirinale’… mai esistita. Gli strateghi di via del Nazareno pensavano che Rivoluzione Civile fosse un pelo superfluo da ignorare o almeno snobbare”.

Sorpresa!

“I sondaggi danno il movimento sopra il 5 per cento, quanto basta già ora per superare il quorum d’accesso alla Camera”. E – particolare decisivo – Rivoluzione Civile ha al primo punto la questione morale e al secondo quella sociale, come dimostrano alcuni suoi candidati-simbolo.

E voi, on. Pier Luigi Bersani e Luigi Berlinguer (garante della commissione di Garanzia del Pd, professore ed ex ministro), come siete messi con i vostri di candidati? Oggi pare che vi riunirete: volete vincere le elezioni e governare il Paese? Lo volete proprio? Bene. Allora cancellate dalle liste dei candidati, a norma del vostro Codice etico, i nomi degli “indegni”: condannati, imputati, indagati, portatori di conflitti d’interesse e amici degli amici, soprattutto in Campania e in Sicilia, cioè, due delle tre regioni dove Ingroia dovrebbe accettare la “desistenza”. Alcuni esempi:

– Antonio Luongo, rinviato a giudizio per corruzione.

– Nicodemo Oliverio, imputato per bancarotta fraudolenta.

– Antonio Papania, che ha patteggiato una condanna per abuso d’ufficio.

– Andrea Rigoni, condannato e poi prescritto per i lavori fuorilegge in casa sua.

– Nicola Caputo, indagato per truffa e peculato nell’inchiesta napoletana sui rimborsi d’oro.

– Vladimiro Crisafulli, re del clientelismo e delle amicizie mafiose di Enna, indagato per abuso.

– Francantonio Genovese, principe della parentopoli e dei conflitti d’interessi a Messina.

Con che coraggio si chiede a Ingroia di farsi gentilmente da parte e di ritirare i suoi candidati puliti per far eleggere questi gentiluomini?

Spero che oggi, cari dirigenti del Pd, voi prendiate decisioni che piacciono agli italiani. Pensateci bene. Altrimenti sarà guerra fredda, perché sarete voi (e non Ingroia o Grillo) a far vincere Berlusconi.

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