Questo il titolo shock di un disegno di un bimbo di Taranto presentato al  1° convegno nazionale della “Campagna in difesa del latte materno dai contaminanti ambientali” svoltosi  a  Faenza  sabato scorso. Il disegno raffigura una minacciosa ciminiera che appesta l’aria e che sparge i veleni ed un babbo, parimenti imponente, che si appresta ad abbatterla; il bimbo, autore del disegno, sa bene, purtroppo, ciò di cui parla e che raffigura  in quanto affetto egli stesso da un cancro.

Questa una delle tante, sconvolgenti, testimonianze portate sabato nel convegno che ha registrato una grande presenza di pubblico, in particolare genitori e bimbi, questi ultimi attratti dallo spettacolo dei burattini e dalle altre attività predisposte per intrattenerli durante  tutta la durata del convegno. Adulti e genitori hanno quindi potuto seguire con grande attenzione  le relazioni che si sono succedute.

E’ stato fornito innanzi tutto un aggiornamento del problema ambiente-salute in relazione all’infanzia sulla base della più recente letteratura scientifica: citiamo ad esempio la presenza di oltre 300 sostanze chimiche estranee già nel cordone ombelicale che indubbiamente si correla con l’incremento dei tumori nei bambini (di cui il nostro paese detiene un ben triste primato), i vantaggi economici per la riduzione dell’esposizione a mercurio e piombo che tanto impattano sullo sviluppo neuropsichico, ma anche  i benefici che fortunatamente il latte materno mantiene pur in presenza di contaminazione ambientale, benefici di cui  nessun bambini deve essere privato, specie nelle aree a rischio.

Sono poi seguite varie testimonianze, da quelle sulla situazione ambientale della Pianura Padana – ove si svolgeva il convegno – a Taranto, città descritta da Pasolini nel 1959 (anno prima dell’apertura degli impianti siderurgici) come una ostrica, perla preziosa al centro delle due valve rappresentate dal Mar Grande e Mar Piccolo e divenuta, dopo 50 anni, un ambiente  in cui il pecorino ivi prodotto se “grattugiato  su un terreno ne avrebbe imposto la bonifica”. Di grande impatto anche la testimonianza delle coraggiose Mamme di Venafro, paesino in una conca del molisano devastato da cementificio, inceneritore ed ulteriori impianti insalubri e quella della associazione laziale “Minerva p.e.l.t.i.”, associazione di genitori di  bambini affetti da tumore che vogliono spostare l’attenzione e la ricerca dal solo versante terapeutico a quello della Prevenzione Primaria.
Sono quindi state illustrate nel dettaglio le 10 domande che riguardano scelte politiche ben precise su temi che hanno ricadute indiscutibili sulla salute: dalle scelte agronomiche, alla gestione dei rifiuti, alla  bioedilizia, alle telecomunicazioni via cavo o via etere. Queste domande che saranno  inviate per raccomandata, ma anche via twitter, a tutti i candidati premier e su queste pretendiamo risposte chiare, dettagliate e vincolanti, riservandoci di dare un aggiornamento costante sulle risposte (o sulle non-risposte) pervenute. E’ infatti per noi inaccettabile che il tema della salute non torni ad essere centrale nel dibattito politico e che non sia l’elemento guida per tutte le scelte che si vanno a fare.

Un vecchio film di De Sica  titolava: “I bambini ci guardano”: ora non solo ci guardano, ma ci implorano di “uccidere il mostro”.

Come possiamo concepire dei figli, dare loro la vita, e contestualmente disseminare aria, acqua, suolo, di tali e tanti veleni che mettono a rischio la loro salute ed il loro futuro? 

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