Non siamo proprio un popolo di lettori, benché di libri se ne stampino molti, ma pochi raggiungono il grande pubblico. Non sempre è la pubblicità a decretarne il successo. Succede, a volte, che un libro ottenga un risultato di vendite insperato solo con il passaparola tra amici, conoscenti e amanti della lettura, che ne apprezzano via via il racconto. Di Gomorra di Roberto Saviano ci si accorse quando aveva venduto migliaia di copie ed era ormai un caso letterario. Fatte le debite proporzioni, i libri di viaggio di Mauro Buffa si collocano sempre ai primi posti della graduatoria di settore. Motivo: descrive i paesaggi, ma tratteggia anche il carattere sociale della gente. Racconti, dunque, di viaggio a sfondo sociale e politico. Buffa ha ormai un suo pubblico di affezionati, benché pubblichi con una piccola casa editrice, la Edicicloeditore di Portogruaro nel Veneziano, e non abbia mai ottenuto una recensione sulla stampa nazionale. Il marketing del passaparola tra i lettori ha avuto la meglio sulla pubblicità. Quest’estate Buffa è andato nella “pancia” degli Stati Uniti, dove la crisi ha colpito più duramente, muovendosi sempre con mezzi pubblici. Sarà il tema del suo prossimo libro. Per la Edicicloediore ha scritto finora due libri, viaggiando su due storiche ferrovie: la Transiberariana e la Transmongolica. Ecco alcuni passaggi dei suoi libri.

Quale dei due viaggi è più interessante? Difficile dirlo. Certamente entrambi sono l’occasione di viaggiare in mezzo alla gente del posto (non vi è nulla di turistico su questi treni) e di scoprire terre sconosciute delle quali raramente la stampa occidentale racconta.

Sulla Transiberiana

È la ferrovia più lunga del mondo. Ancora oggi poco è cambiato dai tempi dell’Unione Sovietica, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente umano. Il treno è diviso in tre classi. Sulla prima viaggiano i russi benestanti con laptop e edizioni russe delle riviste occidentali. In seconda la gente comune distribuita in scompartimenti da quattro letti. In terza classe, che è un vagone aperto (una specie di dormitorio viaggiante), la povera gente è ancora tanta. Si viaggia insieme a vecchie contadine, operai e famiglie. Sul treno si respira un’atmosfera di altri tempi. Le distanze tra una città e l’altra sono amplissime. Molte ore o una giornata intera. La Siberia è una infinita pianura coperta da foreste di conifere. Di tanto in tanto compare qualche villaggio e viene da chiedersi chi ci viva. Tuttavia quando il treno fa tappa nelle grandi città siberiane (Novosibirsk, Irkutsk, Krasnojarsk) si scopre una società vivace e produttiva. L’arrivo a Vladivostok, dall’altra parte del continente sul mare del Giappone, conclude un viaggio lunghissimo attraverso la parte asiatica del più grande paese del mondo del quale in occidente si sa poco o nulla, eccettuate le mete turistiche di Mosca e San Pietroburgo nella parte europea.

Sulla Transmongolica

Viaggiare da Mosca a Pechino sui treni della ferrovia Transmongolica (variante della Transiberiana) significa affrontare tre viaggi in uno. La parte russa fino a metà Siberia è già nota per chi ha percorso la Transiberiana. La Mongolia è una vera scoperta. Si tratta di un paese immenso e spopolato. Ancora oggi la maggior parte dei suoi abitanti è dedita alla pastorizia e vive nelle steppe dove d’inverno si raggiungono i 50 gradi sotto zero. Riprendere il treno per Pechino significa attraversare il deserto dei Gobi facendo tappa in surreali cittadine. Alla frontiera mongolo-cinese i militari mongoli armati e schierati lungo la linea del treno salutano il convoglio che esce dal paese. Dopo qualche ora finisce il deserto e il treno corre lungo le pianure del nord della Cina. L’arrivo a Pechino è un cambio di scena teatrale. Dopo aver visto un paese arretrato e spopolato si entra in una dimensione avveniristica e caotica. Solo il viaggio via terra permette di apprezzare le grandi differenze fra i tre paesi attraversati.

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