Il sindaco Alfredo Celeste di Sedriano non è esattamente una persona che io inviterei a cena. Il perché lo spiegano i colleghi del posto (fra cui Ersilio Mattioni ed Ester Castano) su Altomilanese, su Stampo Antimafioso e su I Siciliani Giovani, a cui rimando. I colleghi hanno subito intimidazioni e ritorsioni di varia natura, e anche episodi certamente casuali (l’editore di Alto Milanese, ad esempio, improvvisamente decide di far chiudere il giornale; allettanti “offerte di lavoro” esterne, ma a patto d’occuparsi di altre cose, arrivano ai cronisti impegnati; e così via) ma cronologicamente coincidenti con le inchieste giornalistiche sulla questione.

Le decisioni giuridiche sul suo conto, come eventuale autore di reati, toccano ai magistrati. A me interessa come esempio di una patologia politica, ancora relativamente “minore” e localizzata (guardia abbassata verso la ‘ndrangheta in Lombardia) che potrebbe facilmente essere stroncata con un intervento politico adeguato, neanche troppo drammatico, e che invece resta a marcire con danno incalcolabile per la regione.

L’esperienza delle province un tempo non-mafiose della Sicilia – e ora totalmente invase da Cosa Nostra – si sta rapidamente riproducendo in Lombardia. Si può rispondere solo facendo rapidamente terra bruciata – a parte le eventuali sanzioni giudiziarie – intorno ai protagonisti politici degli episodi sospetti e ai loro “concorrenti esterni”, senza eccezioni. Sedriano sarebbe un caso da manuale.

Sotto Formigoni ciò non è ovviamente ipotizzabile, per le ragioni che sappiamo. Questo è pertanto un promemoria per l’agenda del Governatore Ambrosoli, appena s’insedierà. Direi di segnarlo in rosso.

www.isiciliani.it

Aggiornamento del 22 gennaio 2013

Ricevo e pubblico la lettera inviatami dal sindaco di Sedriano Alfredo Celeste, con una mia breve controreplica a seguire.
RO

“Leggo il Suo articolo del 12 gennaio 2013. La rassicuro; non consumerei Con lei neanche un panino nel più modesto dei self-service, perché è inutile tentare di confrontarsi con lei preso, spero non irrimediabilmente, da un pregiudizio frutto di una pessima informazione che un giornalista non dovrebbe avere.

Viene fornita da lei, purtroppo, una totale disinformazione agli ignari lettori con un articolo dove riporta fatti chiaramente falsi e da lei non verificati.

Certamente le decisioni giuridiche verranno assunte nelle sedi competenti da parte dei magistrati e, la rassicuro, non potranno essere che favorevoli nei miei confronti con il prosciogli mento da ogni accusa assolutamente fantasiosa, rivelatasi tale soprattutto dall’indagine stessa effettuata dagli inquirenti utilizzando l’enorme materiale acquisito successivamente.

Ma a lei interessa l’azione politica adeguata. E la patologia sarebbe per caso che io avrei la guardia

abbassata verso la ‘ndrangheta? Questo giudizio lei lo dia su se stesso ma non certo su di me, e se ritiene di avere notizie maggiori della magistratura vada da loro a dirglielo, visto che forze dell’ordine e inquirenti, a quanto pare, ne sanno meno di lei quando loro stessi affermano la mia totale non conoscenza del ruolo di Costantino.

Insomma; al di la’ della magistratura io devo andare fuori dalle scatole con un intervento dall’alto “…con intervento politico adeguato, neanche troppo drammatico” (?), e “facendo rapidamente terra bruciata…”.

In questo modo non le sembra che il suo “sollecito” ricordi il famoso ventennio?”

La mia risposta
No. Io desidero semplicemente che Lei – per le ragioni raccontate dai colleghi citati – sia espulso per indegnità dal Suo partito e che non venga accettato da altri. Il resto è di competenza della Magistratura. Tutto qua.
Riccardo Orioles 

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