Bufera in Friuli Venezia Giulia all’interno di Futuro e libertà. Si stanno dimettendo i massimi esponenti del partito nella regione come protesta per la presenza nella lista per la Camera di Paolo Ciani, coordinatore regionale di Fli, indagato per truffa e peculato con altre 13 persone nell’ambito della maxi-inchiesta delle procure di Udine e Roma sulla decennale bonifica della laguna di Grado e Marano, costata oltre 90 milioni di euro e che si sta avviando alla sua conclusione con una probabile richiesta di rinvio a giudizio. Ciani tuttavia ha comunicato che rinuncerà alla propria candidatura.

I coordinatori provinciali di Udine e di Pordenone, nonché componenti il coordinamento regionale di Fli, rispettivamente Andrea Pertoldeo, assessore comunale a Rivignano del Friuli (Udine) e Gerlando Sorce, consigliere comunale a Sacile hanno rassegnato le loro dimissioni dagli incarichi di partito secondo quanto annunciato in una nota. Anche il coordinatore comunale di Udine, Marco Specia, ha inviato analoga lettera di dimissioni ai vertici di Fli e in queste ore si stanno via via dimettendo gran parte dei componenti dei coordinamenti provinciali delle due città. Nei giorni scorsi si erano dimessi anche il coordinatore provinciale di Gorizia, Alessandro Marega e quello comunale, Raffaella Fratepietro, anche se il motivo erano divergenze di scelte politiche per l’appoggio a Monti da parte del partito. “Avremmo voluto che Fli fosse più specchiato della moglie di Cesare e che desse una lezione di legalità, moralità e trasparenza. Nessuno di noi ha cercato un posto al sole, il nostro gesto è un gesto di assoluta trasparenza e coerenza” hanno detto i dimissionari.

Successivamente Paolo Ciani ha diffuso una nota con la quale ha annunciato di rinunciare alla candidatura “per non dar adito a strumentalizzazioni, ribadendo di non essere rinviato a giudizio, ma di aver unicamente ricevuto un avviso di garanzia”. 

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