Il video è sensazionale nella sua drammaticità. E’ il 14 giugno 1942. Si vedono dei treni merci fermi e sulle banchine della stazione di Bobruisk, Bielorussia, tante persone. Migliaia di persone piantonate dai soldati tedeschi, osservano placide la telecamera che li riprende. Sono le immagini, inedite, di un treno carico di deportati ebrei russi, o forse ucraini, uomini, donne e bambini, diretti ai lager nazisti. A filmarli fu Enrico Chierici, sottotenente del Genio fotografi, addetto allora a fare i documentari per l’esercito, che nelle pause del lungo viaggio da Bologna a Stalino, in Russia, raccolse questa straordinaria testimonianza.

Queste e altre immagini girate da Chierici sono raccolte all’interno di un video di circa 20 minuti, intitolato proprio Da Bologna a Stalino, recuperato e fatto restaurare da Home movies-Archivio nazionale del Film di famiglia di Bologna, in collaborazione con l’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna. Un eccezionale documento inedito sulla disastrosa spedizione in Unione Sovietica delle truppe di Benito Mussolini nel 1942, che sabato 12 gennaio alle 18 verrà presentato nel capoluogo emiliano in Sala Borsa come evento di chiusura della rassegna Cinematic Bologna. Le immagini mostrano la partenza delle truppe il 9 giugno 1942 e documentano l’intero percorso attraverso Austria, Germania, Polonia, Bielorussia e Ucraina.

“Prima di morire all’inizio degli anni Duemila, Chierici aveva dato informazioni precise ai figli circa quelle sue immagini”, spiega Paolo Simoni, presidente di Home movies. “E sapeva che quelli ripresi erano ebrei. Del resto – prosegue Simoni – mentre il treno dei soldati italiani andava verso l’Ucraina, quel treno carico di deportati andava in direzione opposta, verso i campi”. Del resto le camere a gas di Auschwitz-Birkenau in quei mesi erano già in funzione e la Soluzione finale progettata dal regime nazista in piena attuazione.

Le persone su quel treno sembrano ignare del loro destino. Ci sono due ragazze che sorridono mentre si affacciano per osservare il cine-operatore. “Queste immagini di Chierici non sono ‘ufficiali’. Il sottotenente aveva infatti con sé anche una cinepresa 9,5 mm personale con cui girava momenti che forse non gli sarebbe stato permesso di girare per l’esercito”.

Nel video le riprese del paesaggio e delle stazioni si alternano con scene di vita militare. Le facce dei soldati italiani, spesso ripresi assieme agli allora alleati tedeschi sono serene: forse non sanno cosa aspetta loro in Unione sovietica, in una spedizione che dal 1941 porterà l’esercito regio a perdere tra gli 80 mila e i 100 mila uomini.

Ma c’è di più. La cinepresa di Chierici indugia anche sui giovani prigionieri costretti ai lavori forzati nelle stazioni durante il percorso coi soldati tedeschi che rimproverano chi non è solerte. Durante una sosta sono riprese squadre di ragazze che lavorano lungo i binari. Poi si cominciano a vedere i primi segni della guerra, che seguiranno per tutto il resto del percorso, inquadratura dopo inquadratura.

“E’ da un anno che abbiamo in mano questo video e stiamo facendo degli incroci per comprendere meglio quelle immagini, anche attraverso l’aiuto dei reduci“, spiega ancora Simoni, che con la Home movies in oltre 10 anni di attività ha raccolto 15 mila filmati privati delle famiglie italiane, per un totale di 5 mila ore di girato. “Di certo Chierici ha lasciato moltissimo materiale, stiamo pensando a pubblicare un’edizione completa dei suoi filmati”. E chissà che qualcuno di quegli ebrei non sia per qualche strana fortuna sopravvissuto e potrà riconoscersi in quelle immagini.

 
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