Per chi, come me, in questi anni si è speso a spiegare che la legalità non ha colore politico, che l’antimafia deve essere una premessa di qualsiasi azione politica, che la separazione delle carriere è infondata perché è il vero baluardo della separazione dei poteri… sono giorni che lasciano un po’ di tristezza e disorientamento.

Non perché non sia legittimo che dei magistrati si candidino per dare il loro contributo alla politica, sebbene nella vicenda di Antonia Ingroia ci siano alcuni passaggi che a mio modesto parere avrebbe dovuto suggerire una scelta differente: l’aver da poco concluso rilevantissima indagine sui rapporti tra mafia e politica senza però seguirne l’esito in dibattimento… (ed invece pubblicando un libro su di essa…) e soprattutto l’aver da poco assunto la responsabilità di un incarico internazionale per cui si era dato liberamente disponibile…

Ma quel che mi preoccupa non è questo caso specifico (auguro di fare bene a Ingroia e sicuramente ha una grande esperienza da mettere a disposizione della vita pubblica), quanto piuttosto gli effetti sulla percezione dei cittadini.

Come spiegare adesso che non è vero che i pm fanno indagini politiche?

Come difendere la separazione dei poteri e l’indipendenza dei pubblici ministeri in particolare?

Come resistere alla demagogia di chi parla di procure politicizzate?

Queste affermazioni non sono fondate… ma oggi è più facile insinuare questi sospetti per ottenere magari un domani riforme punitive che cambino gli equilibri costituzionali. La politica è un approdo nobilissimo anche per un magistrato… ma ci sono dei MA.

La carriera politica deve essere IRREVERSIBILE. Il consenso politico non dovrebbe cavalcare questa o quell’indagine proprio per evitare che si possa anche solo sospettare che essa avesse dei contenuti o degli obiettivi politici.

La politica non è (E NON DEVE SEMBRARE) la prosecuzione della giurisdizione con altri mezzi… 

Ci deve essere nel percorso del magistrato uno stacco che aiuti i cittadini a comprendere queste differenze e separazioni perché da questa comprensione discende anche la credibilità e l’autorevolezza delle istituzioni…

E l’autorevolezza delle istituzioni è un bene più prezioso di qualsiasi aspirazione personale.

 

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