Non teme i lettori. Al contrario, intitola così il suo primo post: “Sono qui perché non ho paura del confronto”. Ma Renata Polverini, governatore dimissionario della Regione Lazio a seguito dello scandalo delle spese pazze e protagonista di un noto episodio di shopping in auto blu nella Capitale, forse non si aspettava le decine di reazioni indignate degli utenti all’esordio del suo blog sulla versione italiana dell’Huffington Post. Il coro infatti è unanime: “vergognati”, “ritirati”. 

“Sono qui – spiega – perché la rete sta dimostrando il suo valore aggiunto, di stimolo, anche a chi, come me, viene da un ambiente politico – quello del centrodestra – che con il web dimostra di non avere ancora maturato quel rapporto privilegiato che i tempi richiedono. E sono qui perché, per vocazione, ho l’abitudine e la voglia di confrontarmi con ciò che sta oltre le ‘mura’, oltre le stanze chiuse della politica”. Ricorda di essersi dimessa a seguito dello scandalo delle spese pazze nella Regione Lazio che governava, una decisione che, sottolinea è un “caso unico, badate, da quando le Regioni sono state istituite nel lontano 1970″. Sul suo spazio virtuale la Polverini vorrebbe “allacciare un dialogo”, in particolare sul welfare e il “diritto dei giovani lavoratori di poter accedere a un mercato dinamico con delle regole di ingaggio chiare che non li condannino alla precarietà”. E ancora “il diritto dei pensionati di poter godere dei sacrifici compiuti durante tutta la vita lavorativa senza brutte sorprese”, le donne che “ancora oggi devono lottare per quelle pari opportunità” e “i diritti dei ‘nuovi italiani’, argomento che è rimasto eluso anche nell’ultima esperienza del governo Monti e che mi auguro possa essere uno dei temi prioritari della prossima legislatura”.

Ma quello che segue è una valanga di commenti negativi. “Continui pure a vergognarsi”, scrive Mario e Jre spiega: “Le è stata concessa la possibilità di mettere in pratica le parole, le idee di cui parla, di gestire la regione Lazio e l’ha sprecata miseramente. Sarà ricordata per il suo shopping con la scorta e per lo scandalo delle ‘spese pazze'”. E ancora: “Non ha contenuti, parla per slogan“, “Ma quale confronto?! Ma non ti basta lo schifo che avete combinato?”, “Ritorna da dove sei venuta”, e “sarebbe meglio se fossi tornata per restituirci quello che ci hai tolto”. Ne seguono diverse decine, ma il contenuto è sempre lo stesso. 

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