Mani pulite - copertina Il 15 dicembre 1992: Bettino Craxi riceve il primo avviso di garanzia dalla Procura di Milano. Mani pulite segna la fine di un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Oggi, a vent’anni di distanza, quella triste pagina di storia italiana diventa un dramma rap, diviso in tre atti e firmato dalla crew milanese Mani Pulite.

Il Concept album omonimo uscirà il 14 gennaio per la ‘20100 Records, 2013’. “Con sguardo ironico – spiega il frontman B.O.B.O. Cracksy – verso il mondo dell’hip hop, della politica e della finanza, Mani Pulite affronta e rivisita in chiave satirica, fatti scottanti e controversi della storia degli ultimi trenta/quarant’anni del nostro paese”. Un disco che si fa opera storica per ricordare come, in questo paese, cambia tutto per non cambiare mai nulla. Basti pensare alle vicende di Belsito (ex tesoriere della Lega), indagato per finanziamento illecito ai partiti, truffa ai danni dello Stato e riciclaggio in favore della ndrangheta e ancora Luigi Lusi (tesoriere della Margherita), che secondo l’accusa avrebbe distratto 22 milioni di rimborsi del partito per trasferirli sui suoi conti, per finire a Bat Fiorito, capogruppo del PDL e Vincenzo Maruccio dell’IDV.

 “Né destra né sinistra – cantano nel nuovo singolo Segreti massonici – la nostra militanza non è rossa né fascista, sono tutte illusioni tel-elezioni il mondo è pieno di coglioni che votano…”. Ecco perchè B.O.B.O. Cracksy & soci: Leech O’ Jelly, Busy Nani, Frank Co’ Sigar, Don Vito Jangymeeno, Bobby Cal-V, Tony Di Pietra, Silvio “Brrr” Loose Coney, Michael Sin Donutz, Sal Vo’ Lime, Julio Andre Yachtty e Marcelo Del U-3, hanno deciso di celebrare con dissacrante ironia il loro ventennale. Un disco rap che ci rinfresca la memoria e la dice lunga sullo stato di salute del paese. “Se vuoi sapere se un popolo è ben governato e le sue leggi sono buone o cattive, esamina la musica che fa”, diceva qualche annetto fa un certo Confucio.

Come è nata l’idea di un concept album su Mani Pulite?
Il nostro obiettivo era quello di sensibilizzare una parte della popolazione su determinati temi, di infastidire e scioccare la parte rimanente e di creare una rottura con il nostro comune passato (opprimente). Si voleva esprimere e veicolare la frustrazione e la rabbia nei confronti dell’establishment. L’epoca di Mani Pulite (fine anni ’80-’90) coincise largamente con la nostra infanzia. Siamo cresciuti  con quella società. In venti anni è cambiato tutto e non è cambiato niente. La gente non crede più alle false promesse che circolavano negli anni ’90. Quindi con ironia tagliente tagliamo il ‘cordone ombelicale’ che ci lega alla storia malata di questo paese, tentando di esorcizzare il male che ci circonda adesso.

Perché avete diviso il disco in tre atti?
L’idea di dividere il progetto in tre atti risponde innanzi tutto alla necessità di poterlo rappresentare dal vivo in maniera simil teatrale. Come fosse un’opera moderna, una tragedia musicale. Il trittico si ripete anche nell’uso di tre distinti stili musicali pur essendo tutti sotto l’ampio ombrello del rap. Il disco è composto da un’introduzione, un postludio e tre gruppi composti da tre tracce (i tre atti). Undici brani in tutto. Il motivo di questa scelta dipende da una precisa intenzione di richiamare la numerologia esoterica nella disposizione della tracklist. I tre atti sono “l’ascesa”, “l’esercizio del potere” e “il declino”.

Con quale criterio avete scelto le storie e i personaggi da raccontare?
In una visione ciclica della storia i personaggi scelti rappresentano per noi archetipi senza tempo. Sono il deus ex machina. Attori che si ripropongono in ogni epoca storica segnando le sorti di milioni di persone. I nomi vengono utilizzati in maniera volutamente dissacrante. La scelta individuale è un intreccio di interessi personali e di una piccola dose di casualità. Potevamo benissimo scegliere Camillo Benz-O oppure Gary Boldi. La scelta invece è ricaduta su: B.o.b.o Cracksy, Leech O’ Jelly, Silvio B, Frank Co Sigar, Tony Di Pietra, Michael Sindonut’s, Busy Ñani, Vito Jangymeeno, Lee Gresty, Bobby Cal-V. In ogni brano viene affrontato un tema specifico che mette in evidenza la distanza tra la società civile e uno stato grottesco i cui i protagonisti sono politici da Bagaglino, servizi segreti e un ambiguo para-stato.

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