C’è un altro arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro dell’imprenditore Andrea Calevo, liberato ieri con un’operazione congiunta di carabinieri e polizia a Sarzana. I militari del Ros hanno arrestato una quarta persona implicata nel rapimento. Simon Alilai, 23 anni, muratore, albanese è stato sottoposto a fermo come sospettato di essere il quarto componente della banda. Alilai era già stato perquisito ieri dopo il blitz di Ros e Sco che ha portato alla liberazione dell’imprenditore. Ma il numero degli arrestati potrebbe salire. 

Sono quindici le persone, a vario titolo, coinvolte nel sequestro dell’imprenditore spezzino. Il dato è contenuto nella prima informativa depositata in Procura ieri dopo i primi arresti e la liberazione dell’ostaggio. Tra gli arrestati, uno di loro avrebbe già ammesso le proprie responsabilità, fornendo agli investigatori indicazioni sullo schema organizzativo della banda che ha messo in atto il sequestro. Dei quindici nominativi indicati dagli inquirenti, non tutti sarebbero allo stato indagati, ma interrogatori e accertamenti potrebbero in breve portare all’iscrizione dei loro nomi sul registro degli indagati come concorrenti e fiancheggiatori nel sequestro di persona. Di questi quindici sono almeno sette le persone che potrebbero avere avuto un ruolo attivo. 

Ho capito che mi stavano liberando perché hanno fatto molto rumore, mentre di solito durante la prigionia era tutto molto silenzioso – racconta l’imprenditore che sembra abbia superato bene lo shock della prigionia – quando è entrata Polizia e Carabinieri ci siamo abbracciati ed è stata una emozione incredibile. Gli investigatori mi hanno subito portato a casa e appena sono arrivato mia mamma aveva scoperto che mia avevano liberato dalla tv. Quando sono arrivato ci siamo abbracciati con lei e mia sorella”. “Due giorni fa ho pensato anche che non sarei mai più tornato a casa, – confessa il 31enne – perché avevo un po’ perso le speranze, perché avevo paura che avendo loro paura mi potessero fare del male. All’inizio non mi davano la sensazione che volessero farmi del male”. Parla anche della lettera di richiesta del riscatto: “La lettera l’ho scritta io, me l’hanno dettata. Io dovevo scrivere quello che mi dicevano loro”. “Devo ringraziare le forze dell’ordine che sono state grandi e hanno fatto un’azione di intelligence – conclude Calevo – per riuscire a trovare dov’ero davvero incredibile e devo ringraziare tutta la popolazione locale perché purtroppo non ho letto i giornali, ma adesso i giornali me li ha fatti leggere mia mamma e ho visto che hanno fatto tutti tantissimo”.

Prima di effettuare il blitz che ha portato alla liberazione di Calevo, polizia e carabinieri hanno teso una trappola ai sequestratori per farli uscire e non mettere così in pericolo la vita dell’ostaggio. Gli investigatori hanno provveduto a ‘isolare’ i telefoni cellulari di Davide Bondani e di Fabijan Vila così che non potessero parlarsi o avvertire Pierluigi Destri, che stava per essere catturato in centro a Sarzana. Poi, quando sono usciti per strada, i due sono stati catturati. Dopodiché gli investigatori sono entrati nella villetta di via del Campo preceduti da un gruppo di uomini armati e hanno cominciato a cercare Andrea, trovato in un locale di un metro e mezzo per due ricavato nella stanza seminterrata della villetta.

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