Due persone dei comitati di lotta contro la nuova discarica di Monti dell’Ortaccio a Roma sono saliti questa mattina alle cinque per protesta sui tralicci dell’alta tensione, nella zona delle cave destinate ad ospitare i rifiuti della capitale. Già dalle prime ore del mattino un gruppo di una ventina di abitanti sta presidiando la zona, a poche centinaia di metri dal sito di Malagrotta, l’invaso che accoglie da decenni i rifiuti della capitale, di proprietà dell’avvocato Manlio Cerroni. 

Nei giorni scorsi il prefetto Goffredo Sottile, commissario nominato dal governo Monti, ha firmato un’ordinanza prorogando di sei mesi il funzionamento dell’attuale discarica e autorizzando il gruppo Cerroni ad avviare i lavori per realizzare il sito provvisorio nella zona di Monti dell’Ortaccio. Già nei giorni scorsi i comitati locali avevano bloccato l’uscita dei camion dell’Ama dagli impianti di Malagrotta, protestando contro la decisione di ubicare in questa stessa zona la nuova discarica. Secondo gli abitanti il sito scelto da Sottile non sarebbe idoneo e creerebbe ulteriori problemi ambientali in un quartiere già colpito dalla presenza dei rifiuti da diversi decenni.

Verso le 11 è arrivata in zona una prima pattuglia della polizia, mentre i due dimostranti scendevano dai tralicci per incatenarsi alla base del pilastro dell’elettrodotto. Hanno srotolato uno striscione e aperto una tenda. “Eu help us”, si leggeva dal presidio, posto a circa trecento metri di distanza, separato da un avvallamento. “Solo l’Unione europea ci può salvare – racconta a ilfattoquotidiano.it Rodolfo, uno dei due manifestanti – dobbiamo fermare questo ulteriore scempio”. “Potete vedere anche voi quel lago sul fondo della cava – aggiunge un’altra abitante, Monica Poldori – lì sono scesi anche i carabinieri del Noe e non c’è dubbio che si tratti di una falda acquifera”. Manuela, una delle due persone salite sul traliccio, dal telefono cellulare spiega poi che da dietro la collina si vede un secondo lago: “Come può dire Cerroni che si tratta solo di acqua piovana?”, commenta.

Dalla zona presidiata è possibile vedere a 360 gradi le tante emergenze ecologiche che attorniano il sito scelto dal prefetto Sottile: c’è la collina di Malagrotta, attorniata dai gabbiani, l’inceneritore dei rifiuti ospedalieri, gli impianti delle raffinerie e il gassificatore del gruppo Cerroni in attesa di un raddoppio delle linee. Una zona martoriata da decenni, con al centro queste cave, rimaste una delle poche oasi verdi nel quartiere di Ponte Galeria. Una difesa estrema della tutela della salute e del proprio territorio: “Questi sono gesti estremi, salire su un traliccio il primo giorno dell’anno, ma ormai i cittadini della Valle Galeria hanno dichiarato guerra”, assicura Monica Polidori.

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