Tanti quanti un’intera cittadina di provincia. È la cifra record diffusa dal Consiglio generale della magistratura spagnola: da gennaio a settembre in Spagna quasi 50 mila famiglie sono state sfrattate per morosità. Un dato in aumento del 15,9 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo sfratto, per l’Istituto di ricerca sociale di Madrid, è diventato uno dei dieci incubi ricorrenti del Paese. Accanto alla disoccupazione e alla crisi economica e finanziaria. Lo confermava, nei giorni scorsi, il presidente del Tribunale superiore Gonzalo Moliner, manifestando alla stampa iberica un allarmante aumento del 134 per cento dei processi di esecuzione, solo nel corso del 2012.

Da quando è cominciata la crisi nel 2007 e fino a oggi il numero delle degli sfratti ordinari è stato di 185.140, mentre la cifra di chi è stato costretto a lasciare l’abitazione per insolvenza nei confronti delle banche ha raggiunto i 374.230. Questi stessi sfratti tra gennaio e settembre 2012 invece sono stati 67.537, il 18,3 per cento in più del 2011. Nel terzo trimestre dell’anno poi la cifra è aumentata del 30 per cento con 19.323 case pignorate. Le regioni più colpite nei primi nove mesi dell’anno state la Comunidad valenciana, con 12.464 sfratti, l’Andalusia con 9.920 casi e la Comunidad di Madrid che ha registrato un incremento dell’8,6 per cento, con 7.761 famiglie allontanate dalle proprie abitazioni. Quarta la Catalogna con 4.727 case “sequestrate”.

In termini percentuali le regioni dove i desahuciados (sfrattati) sono aumentati sono state Murcia, con un 48,1 per cento, Andalusia, Asturie ed Extremadura che ha registrato un 31,4 per cento in più. Dietro queste cifre, come ribadito dalla stesso Moliner, c’è un tasso di disoccupazione sempre più elevato. Così come un’ingente morosità di famiglie e aziende, che a ottobre ha raggiunto cifre storiche. Molte famiglie ma anche molte piccole e medie imprese finiscono per perdere l’abitazione o lo stabilimento perché incapaci di far fronte ai propri debiti. In Spagna infatti, non basta restituire le chiavi alla banca per estinguere il mutuo. Il bene viene rivalutato dallo stesso istituto di credito. E spesso la rivalutazione a ribasso, visto l’attuale stato del mercato immobiliare, costringe famiglie e piccoli imprenditori a restituire insieme al bene anche una cospicua quantità di denaro.

Dopo i recenti casi di suicidio, il Consiglio dei ministri ha approvato una moratoria di due anni per le famiglie socialmente più vulnerabili. Ma le misure urgenti prese dalla Moncloa sono meno efficaci del previsto: solo 120 mila famiglie, rispetto alle 600 mila considerate, potranno beneficiare del decreto. In molti poi hanno criticato i numerosi requisiti economici e sociali richiesti ai potenziali beneficiari. La legge non avrà effetti retroattivi. Ma anche l’idea del ministro dell’Economia Luis de Guindos di mettere a disposizione degli alloggi sociali potrebbe essere meno ambiziosa del suo annuncio. Il numero di appartamenti che le banche hanno messo a disposizione sono appena 6 mila, una cifra molto bassa tenendo conto che in Spagna c’è un parco immobiliario di quasi un milione di case. Ovviamente vuote. 

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