Dalle calze ai divani, ma non per tutte. Dopo mesi di proteste la vertenza Omsa è ancora aperta, anzi apertissima. Perché se è vero che 148 operaie sono state assunte da Atl Group, azienda di Forlì che ha rilevato lo stabilimento di Faenza dove si producevano le calze Golden Lady, è anche vero che restano 77 operaie da ricollocare. Un compito difficile anche senza crisi economica, figurarsi ora, in piena recessione.

Sotto Natale sindacati e istituzioni hanno firmato un accordo che prolungherà di altri sei mesi la cassa integrazione straordinaria per le 77 ex Omsa, ma la durata del provvedimento sarà fissata ufficialmente solo a gennaio 2013. Nel testo dell’accordo anche “l’impegno delle parti a cercare di favorire la ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori, in parte presso il nuovo complesso commerciale Le Perle, in parte presso altre aziende del territorio, e ad assicurare percorsi di formazione e riqualificazione professionale”. Un testo che non dà certezze a nessuno. A partire dalla formula “altre aziende del territorio”.

“Queste aziende esistono solo sulla carta – spiega Samuela Meci della Filtcem-Cgil – Se non è stata diffusa una lista di imprenditori interessanti non è per motivi di riservatezza, ma perché di imprenditori non ce ne sono”. Stesso ragionamento per quanto riguarda i corsi di formazione e riqualificazione professionale. “Servono per prendere tempo, e sperare che intanto cambi qualcosa, magari una ripresa, magari un imprenditore illuminato che decida finalmente di espandere la propria attività e assumere le ex Omsa”. Tutte ipotesi teoricamente possibili, ma di difficile realizzazione pratica in tempi di crisi.

C’è poi la questione del centro commerciale Le Perle. “All’inizio ci dissero: apertura a settembre 2012 – racconta Meci – Adesso si parla di marzo 2013, ma ragionevolmente l’inaugurazione non arriverà prima di maggio o giugno”. Sei mesi di tempo per ricollocare tutte le operaie dunque. Una sola certezza: il centro commerciale non riuscirà mai a garantire a tutte loro un’occupazione. Tanto più che i proprietari hanno sì inviato alle operaie una lettera, ma per preannunciare un colloquio di lavoro. “Attenzione, un colloquio non è un’assunzione, i dettagli sono importanti”.

Nessuno, né in Regione né in Cgil, vuole sbilanciarsi sui numeri. A molti però sembra ragionevole ipotizzare una capacità di assorbimento, da parte del centro Le Perle, di circa 30 operaie su 77. Troppo poco. “Di concreto fino a questo momento non c’è quasi nulla – conclude Samuela Meci – Noi però abbiamo firmato un accordo con le istituzioni, e adesso chiediamo solo una cosa: che tutte le operaie siano ricollocate”.  

Da parte della Regione l’estensione della cassa integrazione straordinaria è stata annunciata con un comunicato piuttosto scarno. Queste le righe di chiusura: “Gli ammortizzatori sociali garantiranno quindi, dopo la chiusura dello stabilimento Omsa di Faenza, la possibilità di tutela per i lavoratori nel momento di reindustrializzazione del sito produttivo attraverso l’insediamento di una nuova attività industriale, dando tempo anche per l’assorbimento di parte del personale in esubero nell’ambito di una nuova attività commerciale in corso di realizzazione nel territorio del Comune di Faenza”.

Loro, le 77 ex operaie della Omsa, passeranno le feste di Natale con un assegno mensile Inps di non più di 750 euro. “Non sempre i soldi arrivano in tempo, a volte i ritardi toccano anche i 40 o 50 giorni”.

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