Silvio contro tutti. Contro la Merkel e Sarkozy per motivi di antipatia personale, contro la ‘scimmia’ Grillo, contro il vecchio boiardo Bersani, contro i traditori Casini e Fini, contro la ‘patologia’ Ingroia, contro il futuro politico di Mario Monti. Poi il ritorno in campo, “per vincere”, e la sua ricetta se gli italiani dovessero riconsegnargli la loro fiducia. Silvio Berlusconi continua a spron battuto la suo occupazione televisiva, parlando sia a Tgcom24 che a TefChannel. “Noi puntiamo alla vittoria e credo che sia alla nostra portata” ha detto al tg di casa Mediaset, per poi aggiungere: “Quanto a quello che abbiamo fatto, qui c’è un bell’imbroglio. Tutta la letteratura di sinistra e non solo quella purtroppo quando parla dei nostri 10 anni di governo non ci riconosce alcun merito. Nonostante la difficoltà ad operare dovuta ala fatto che l’architettura istituzionale non dà al Presidente del Consiglio, al governo e alla maggioranza gli stessi poteri come quelli che esistono nelle altre democrazie occidentali, noi abbiamo operato 60 interventi di cui 40 di riforma”. Nonostante tali difficoltà, “abbiamo operato molto bene con le emergenze, con i rifiuti a Napoli e il terremoto in Abruzzo – ha detto il Cavaliere – Abbiamo cominciato i lavori sul punte dello stretto e poi l’Alta velocità ferroviaria che è un merito del mio governo. Abbiamo lasciato incompiute riforme importanti perché non ci è stato permesso: la riforma dell’architettura istituzionale, la riforma della giustizia, il taglio del fisco e l’abbattimento della pressione fiscale”.

Silvio contro Angela Merkel
Per quanto riguarda il suo rapporto con gli altri leader europei e al suo presunto antieuropeismo, Berlusconi ha specificato di non aver mai fatto “critiche infondate alla signora Merkel, l’ho contrastata” ed è per questo che “sono caduto in un’area di non simpatia nei confronti suoi e di Sarkozy”. I motivi del contrasto all’azione tedesca? Berlusconi non ha dubbi: “Io rappresentavo e difendevo il mio Paese esprimendo giudizi negativi su proposte della Germania e di altri Paesi del Nord. Le proposte di austerità, avevo chiarissimo che erano proposte che se applicate – ha rivendicato – ci avrebbero portato alla recessione. Avevo con me quasi tutti i Nobel per l’economia in tal senso”. Poi ha spiegato i motivi della sua presa di posizione: “Quando si applica a un’economia già in difficoltà una politica di austerità si diminuisce il Pil e un aumento del debito. E se queste imposizione vengono applicate da governi di questi paesi, non si rischia solo la recessione ma anche la guerra civile, ed è quello che è quasi successo in Grecia”. Lui, quindi, ha operato da statista illuminato: “Mi sono opposto quindi ai compiti in casa per la Grecia e mi sono opposto alla Tobin tax, ho detto di no al Fiscal compact – ha ricordato – mettendo il veto dell’Italia e in una riunione ho sostenuto gli interessi dell’Italia”.

Silvio contro Beppe Grillo
L’ex presidente del Consiglio, poi, ne ha avute anche per il Movimento 5 Stelle e per il suo Beppe Grillo, che al momento sono davanti al Pdl nei sondaggi in vista delle prossime elezioni. Per Berlusconi, il comico genovese “è sempre divertente”, anche se “c’è una teoria in giro che dopo la discesa dalla scimmia all’uomo c’è la possibilità di una discesa dall’uomo alla scimmia, Grillo è lì a testimoniare la possibilità della realtà di questa teoria”. In questo caso, tuttavia, la strategia del Cavaliere è chiara: l’insulto diretto al nemico per alzare i decibel della contesa e avere più visibilità possibile. 

Silvio contro Pier Luigi Bersani
Per attaccare il Partito democratico, invece, Berlusconi usa un’altra tattica: l’aggiramento dell’obiettivo diretto. E infatti parla di Renzi per attaccare Bersani. “Il primo motivo che mi spinse a scendere in campo nel 1994 era quello di non consegnare il mio Paese a una sinistra che non era e che oggi ancora non è socialdemocratica – ha detto l’ex premier – E anche ultimamente quando il Pd ha avuto in Renzi la possibilità dell’introduzione della novità e, come io ho sperato, di trasformare il Pd in partito socialdemocratico, si è visto invece prevalere i vecchi protagonisti e oggi ci troviamo di fronte Bersani, un vecchio boiardo del Pci”. Sempre parlando di sinistra. il Cavaliere ha detto che sul tema in Italia “siamo sfortunati”, perché se in Inghilterra e Germania ci sono stati cambiamenti profondi e da noi no. Per spiegarlo il Cavaliere ha usato paragoni biblici: “Noi siamo ancora qui con una sinistra che ha sempre nel suo sentire e nel modo di agire quello che è stata la sinistra ortodossa basata sulla volontà di credere a una Gerusalemme celeste da portare in terra, una società senza classi dove tutti sarebbero legittimati a dare per le loro capacità di lavoro e prendere per i loro bisogni” ha detto Berlusconi, secondo cui “in questo corso della storia verso la Gerusalemme, il vero comunista che si fosse trovato a chi lo ostacolava, avrebbe avuto il compito di eliminarlo fisicamente. Queste radici sono antiche, ma ancora sono le radici della nostra politica”.

Silvio contro il patto fiscale europeo e il governo Monti
“Se vincessi, punterei a una rinegoziazione con l’Europa, perché se andassimo avanti col patto fiscale dovremmo togliere dall’economia 50 miliardi all’anno. Il Pil ne soffrirebbe e andremo al disastro”. Parola di Silvio Berlusconi nell’intervista a TgCom24. “Bisogna dire – ha aggiunto il leader Pdl – che siamo a meno di cento nel rapporto debito/Pil, perché per una norma cervellotica una norma dell’Unione Europa considera come Pil solo l’economia emersa, mentre da noi abbiamo un’economia sommersa molto rilevante. Non darà soldi all’Erario e dobbiamo continuare la guerra all’evasione in maniera liberale e non come fatto da questo governo. Sommando le due economie si arriva duemila miliardi di Pil”. “Io – ha puntualizzato – mi offendo se mi si dà dell’antieuropeo. Io sono convinto che ci vuole più Europa unita, politicamente, sulle politiche monetarie e anche sulla difesa. Diverremmo una grande potenza militare paragonabile agli americani o ai russi. Bisogna pensare a un’Europa diversa da quella di oggi, non un’Europa dei burocrati, ma un’Europa vicina alla gente”. Poi, sul suo stile, Berlusconi ha risposto agli attacchi: “Mi criticano sul fatto che io faccio chiacchiere da bar, non è vero, è che io non parlo il politichese ma voglio parlare alla gente”.

Silvio contro le vecchie liste
Parlando del suo progetto politico, il Cavaliere ha detto di voler puntare a un cambiamento radicale, che prevede la massiccia uscita di scena della maggior parte dei suoi vecchi colleghi di partito e di Parlamento “Abbiamo in mente un grande rinnovamento – ha detto – Gli ex An, in totale amicizia, si stanno avviando a una nuova formazione politica che resterà nei moderati e che condividerà con noi i voti. Dall’altra ci sarà un’immagine che ritornerà di più a Forza Italia“. E’ questo il piano che Silvio Berlusconi ha esposto a TgCom24 in vista delle ormai prossime elezioni. “Coloro che rimarranno nelle liste – ha aggiunto il leader Pdl – non saranno più di un centinaio, mentre il 50% dei nomi lo prenderemo dal mondo del lavoro, un altro 20% dall’esperienza degli amministratori locali”.

Silvio contro Casini e Fini
Casini e Fini sono le persone peggiori che ho incontrato nella mia vita. Sono traditori non miei, ma di chi li ha eletti”. Non ha usato mezze misure Berlusconi per esprimere il suo personale disprezzo nei confronti dei leader di Udc e Fli. “Sul tradimento di Fini la ragione è ancora oscura” ha detto il Cavaliere, che invece ha attaccato in maniera più diretta Casini: “Mi ha sempre detto che sarebbe tornato davanti a un mio passo indietro, io ne ho fatti tre ma è sempre rimasto là, vicino alla sinistra e quindi ho dovuto ripresentarmi facendo un grande sacrificio e abbandonando una prospettiva che prevedeva la costruzione di ospedali per bambini, occuparmi dell’università della libertà e pensare al Milan“. Poi, sul suo ritorno in campo, l’ex premier ha specificato che “è stato un sacrificio. Avevo nominato Alfano e – ha ribadito – so che diverrà un grande protagonista, ma i sondaggi hanno dimostrato che si è troppo legati alla mia immagine”. Berlusconi infine ha lanciato l’appello: “Cambiamo la Costituzione per poter realizzare un Italia meno povera a cui tutti aspiriamo” e torna sul capitolo tradimento politico dicendo: “E’ facile tradire Berlusconi. Io vengo dal mondo dell’impresa e dello sport, mondi nei quali è difficile avere successo se non si sa fare squadra”. “Una cosa impossibile da addossarmi è quella di non saper fare squadra. Io non so dare ordini, ma so convincere. Con Bossi abbiamo avuto una collaborazione leale. Con Tremonti abbiamo avuto grandi divergenze ma sempre con un comportamento corretto”.

Silvio contro i ‘partitini’
Il patron del Milan è poi ritornato sulla presunta necessità di non disperdere il voto. “C’è da dire una parola su partitini del cosiddetto ‘centrino’ – ha detto –  E mi rivolgo agli elettori che non vogliono che il paese vada alla sinistra: dare un voto a questi partitini Casini e tutti gli altri, significa sostenere la sinistra sottraendo voti al rassemblement del centrodestra, alla coalizione dei moderati”. Per Berlusconi è meglio votare il Pd che Udc e Fli: “Meglio votare a sinistra, io dico votiamo anche per il grande partito della sinistra piuttosto che disperdere voti sui partitini che sono lì solo per saltare sul carro di Bersani e di Vendola. I partitini – ha concluso – che sono una vera disgrazia per il paese”.

Silvio contro Ingroia e Di Pietro
Non poteva mancare l’attacco diretto di Silvio Berlusconi ad Antonio Ingroia, che a detta dell’ex premier “è una delle anomalie delle patologie italiane”. Parole non dolci anche per un altro magistrato sceso in politica, il leader dell’Idv: “Per fortuna Di Pietro è sceso a un minimo dell’1% dopo quello che si è saputo del suo amore per gli immobili con soldi pubblici, naturalmente. Adesso c’e’ Ingroia – ha sottolineato – che già faceva politica facendo il pubblico ministero e ora ha lasciato l’altra squadra di pubblici ministeri a fare politica, e approfittando della pubblicità che si è fatto come pubblico ministero intende proporsi come protagonista politico”. “Questo – ha detto il Cavaliere – è uno scandalo che esiste solo nel nostro paese tra le democrazie occidentali, quella di una magistratura che fa politica, che usa la giustizia per abbattere gli avversari politici e usa la giustizia come trampolino di lancio verso una carriera politica”.

Silvio contro il futuro politico di Mario Monti
Mario Monti potrebbe ”farsi riserva della Repubblica” per essere disponibile a una eventuale elezione a Capo dello Stato o “potrebbe essere richiamato in campo” nei prossimi mesi “se disgraziatamente vincesse la sinistra” e “si dovesse ricorrere di nuovo a un salvamento”. A dirlo è il presidente del Pdl Silvio Berlusconi in un’intervista trasmessa stamani da Tef Channel. Secondo l’ex premier, al “professor Monti che ha svolto fino ad adesso il ruolo di deus ex machina come capo del Governo tecnico non converrebbe scendere in campo e mettersi tra i vari piccoli partiti del centro perchè la sua statura verrebbe d’un botto ridotta in maniera importante”. “Spostando lo sguardo dall’Italia all’Europa – ha detto ancora Berlusconi – tra poco sarà disponibile il posto di presidente della Commissione europea e quello dei Capi di Stato e di Governo. Monti è apprezzato in Europa per essere stato per otto anni commissario europeo, tra l’altro ce l’ho mandato io. Quindi – ha concluso il leader del Pdl – credo che avremmo buone chance di essere lui uno dei migliori candidati”.

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