Quando le prime pagine dei giornali inglesi non sono occupate dal consueto scandalo a scadenza settimanale, o da show tv e storie strappalacrime degne di Studio Aperto, arriva finalmente il turno di Ed Miliband. Attuale leader del partito laburista inglese, Miliband è sempre citato sulla difensiva mentre cerca di scrollarsi di dosso nomignoli e stereotipi, la credibilità ormai completamente sotto ai tacchi.

Forza Ed, di’ qualcosa di sinistra. Detta l’agenda, ED!  “Ed Miliband, cosa risponde a chi dice che somiglia a Wallace di Wallace & Gromit?

Niente da fare, tutta fatica sprecata.

Di certo l’approccio del mondo della carta stampata non aiuta. Spesso citato gratuitamente come “Red Ed” (“Ed il Rosso”, lo spauracchio comunista non è una moda solo italiana), Miliband è ricordato come quello che ha vinto il congresso del partito contro suo fratello David, costringendolo all’esilio politico, piuttosto che per qualche proposta concreta. Poiché tutti sanno che la noiosa attualità politica vende poco, quindi la gara fra i giornalacci inglesi per chi la butta più sul ridicolo è sempre aperta.

Quando però oltre alla forma si analizza il contenuto, la situazione non migliora affatto. Miliband ha sicuramente i sondaggi sempre a favore, ma il merito è della cronica incapacità con cui il governo Cameron sta affrontando qualsiasi questione socio-economica, dalla gestione dei tagli al debito pubblico, passando per le malriuscite (ne esistono di “riuscite”?) misure di austerità. Il paragone con la sinistra nostrana, per un italiano in Inghilterra, è immediato: per carità lasciate fare che quando aprite bocca combinate solo danni. E così dopo anni di debolissima sinistra italiana, ora bisogna rassegnarsi alla sinistra inglese.

Ed Miliband dimostra il suo impaccio perfino su Twitter: perfino i tweet dei vari Bersani, Renzi, Vendola catalizzano un minimo di interesse, sul fronte inglese l’encefalogramma è piatto. Certo, Vendola racconta di spaghettate e twitta le foto di se stesso a cena dalla madre, Renzi grida “ufficio stampa” ad ogni carattere, e quando finisci sulla pagina di Bersani c’è il faccione di Pierluigi che ti guarda seccato perchè sa bene che siti indecenti hai visitato fino a un attimo prima di andare a leggerlo. Certo però non si arriva ai livelli dei tweet di Ed:

“Grazie al ristorante An Najeeb fuori dalla stazione di Leicester per il curry da asporto”

“È stato bello incontrare @seandilley alla stazione di Stevenage. Sta facendo un ottimo lavoro nell’aumentare il numero di cani guida in Romania”

Inevitabili gli auguri per festività varie ad etnie varie, e gli autoreferenziali complimenti ai suoi candidati quando vincono o partecipano a qualche competizione (a volte anche elettorali). 

Perfino il tweet di congratulazioni ad Obama per la rielezione fa cadere le braccia: “Una grande vittoria basata sul costruire una economia più giusta e l’ottimismo per i risultati ottenuti dalla politica”. 

Grazie di nulla, Ed: un pensiero per nulla fine a se stesso. È riuscito a scrivere qualcosa di meno banale anche Vendola, tu almeno provaci. 
Insomma, Ed, di’ qualcosa anche non di sinistra, di civiltà. Reagisci. Prendi una posizione. Poi magari ti votano lo stesso.

di Davide Prevarin, Corporate Coordinator per Specsavers.
Twitter: @Devilmath 

Articolo Precedente

Fiscal cliff, partita a poker sul baratro (del debito)

next
Articolo Successivo

Cile, furti e minacce a tre giornalisti che indagano sull’era Pinochet

next