Convocata in Procura a Milano per i presunti rimborsi illeciti ai gruppi consiliari della Regione Lombardia, la vicepresidente del Senato Rosi Mauro si presenta scortata dal fedelissimo Pierangelo Moscagiuro, già noto alle cronache per lo scandalo delle lauree albanesi che sarebbero state comprate per lui e per il figlio del Senatùr Renzo Bossi con i finanziamenti del Carroccio. La Mauro non intende rilasciare dichiarazioni prima di essere sentita dal procuratore Alfredo Robledo sui rimborsi che le vengono contestati fino al 2008. Ma Moscagiuro non tollera nemmeno le riprese, e appena sceso dalla macchina se la prende con il giornalista di Repubblica. Mani sulla telecamera e tono arrogante. Arrivati all’ingresso del Tribunale, la stessa sorte tocca agli obiettivi del Fatto. Alle lamentele dei cronisti risponde la senatrice Mauro: “Vergognatevi voi con le schifezze che scrivete”, sbotta l’ex leghista, e dice di aspettare l’uscita. Un’ora dopo, al termine del colloquio in Procura, la Mauro esce e cambia registro, addirittura sorride. Terminata l’intervista, anche Moscagiuro cambia tono. Si avvicina ai giornalisti e chiede scusa di Franz Baraggino
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