Polemiche alla consegna degli Ambrogini d’Oro, massimo riconoscimento del Comune, e contestazioni all’apertura della Scala nella giornata in cui Milano festeggia Sant’Ambrogio, il patrono della città. Alla cerimonia tenutasi al Teatro Dal Verme dove il sindaco Giuliano Pisapia ha consegnato 63 Ambrogini, due Medaglie d’Oro alla Memoria, 28 Medaglie d’Oro e 33 Attestati, le note di “Bella Ciao” suonate dalla “Banda degli Ottoni a Scoppio” hanno suscitato le aspre critiche di PdL e Lega. Secondo Alessandro Morelli, capogruppo Lega al Comune, “questa dovrebbe essere la festa di tutti i milanesi” ma invece “è stata trasformata nella festa di una parte. All’altra parte non rimane che subire o reagire. Io ho reagito e me ne sono andato. Non mi sento rappresentato da queste persone”. Pronta la risposta del consigliere Sel Luca Gibillini: “Mi dispiace per quelli come Morelli e la Lega che per anni hanno creduto che Milano fosse loro proprietà. Oggi Sant’Ambrogio torna ad essere il patrono di tutta la città, Milano città antifascista, plurale, dei milanesi”.

Per la ‘prima’ al Teatro alla Scala invece sono arrivati il premier Mario Monti e sua moglie, accolti dal sindaco di Milano. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invece preferito rimanere a Roma per monitorare la situazione politica. Oltre al presidente del Consiglio, sono arrivati anche i ministri Corrado Passera, Lorenzo Ornaghi, Annamaria Cancellieri, Giulio Terzi e Piero Giarda. Assente, invece, Josè Manuel Barroso, il presidente della Commissione europea, che è stato bloccato a Bruxelles dalla neve. Tra gli altri, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente Rai Anna Maria Tarantola, i banchieri Giovanni Bazoli e Federico Ghizzoni.

Disoccupati e ragazzi dei centri sociali, si sono radunati fuori dal teatro per manifestare contro banche e governo. Molti slogan contro Monti e Angela Merkel, ma nessun incidente. I manifestanti infatti sono tenuti a debita distanza dall’ingresso della Scala, bloccati non solo dalle forze dell’ordine, ma anche da un doppio cordone di transenne. Sono stati lanciati anche un paio di fumogeni verso il teatro, ma la distanza tra i contestatori e l’ingresso del teatro è talmente ampia che non si sono verificati problemi. I ragazzi dei centri sociali hanno anche cercato di disturbare l’arrivo degli spettatori mettendo musica pop a tutto volume e lanciando slogan di altri tempi come “borghesia assassina”. Ma la distanza è tale che molti spettatori che sono entrati nel teatro non si sono accorti di nulla.

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