Torna il Motor Show, e per giunta nell’anno più disperante della crisi dell’auto, quello in cui le immatricolazioni ormai a picco segnano un record negativo riportando le lancette delle vendite alla fine degli anni settanta. Un tracollo che salvo casi rarissimi (Jaguar e Land Rover ad esempio) non ha risparmiato nessuno, tanto meno il gruppo Fiat. Eppure il Motor Show ci prova, propone l’ormai consolidata ricetta a base di bolidi e belle signorine di contorno, e punta tutto sull’ambiente. Con i modelli elettrici e a metano ad esempio, meno inquinanti e più economici nei consumi rispetto a diesel e benzina, fattore non indifferente di questi tempi visto anche il costo del carburante.

“Ci siamo anche quest’anno, e per noi questa è già una vittoria – ha spiegato Giada Michetti, amministratrice delegata di Gl Events italia, azienda che si occupa dell’organizzazione del Motor Show – Spero che il pubblico possa davvero godersi una manifestazione che trasuda passione”. Poi il ragionamento di prospettiva: “Se parliamo di auto è cambiato il mondo: in cinque anni siamo passati da 2 milioni e mezzo di vettura immatricolate nel 2007 ad un 2012 in cui, se andrà tutto come da programmi, se ne venderanno 1 milione e 400mila: il 44% in meno. Nonostante tutto però è dal 1976 che siamo qui, abbiamo investito molto e battuto la crisi economica globale e la demotorizzazione in atto in Italia”. Che qualcosa stia davvero cambiando è ormai chiaro a tutti. A cominciare dai grandi marchi che nei padiglioni della Fiera di Bologna metteranno in mostra auto elettriche, ibride e a metano. Non solo. La Mercedes accanto alle nuove Smart presenterà al pubblico la sua eBike, bici elettrica da città con motore da 500 watt per 25km/h come velocità massima. Un modo come un altro per non perdere quella parte di clientela che sta ripensando le proprie abitudini in materia di mobilità urbana.

Che il settore dell’auto sia ad un punto di svolta lo fa presente la stessa Michetti, che per far capire quello che sta succedendo ha lanciato un grido di allarme: “O il settore auto sceglierà di essere più presente oppure non sarà possibile continuare, la scelta è se voler proseguire col Motor Show e nel caso come continuare a farlo”. Niente paura, per i prossimi tre anni la fiera che porta centinaia di migliaia di persone a Bologna dovrebbe essere assicurata – seppur con qualche cambiamento – ma restano gli indicatori di mercato: gli italiani acquistano sempre meno automobili, e magari nel futuro i grandi marchi potrebbero decidere di risparmiare e concentrarsi su eventi a nord delle Alpi, ad esempio puntando tutto sul Salone di Ginevra. “Per essere a Bologna – spiega Michetti – hanno bisogno dello stesso dispendio di mezzi e risorse che per andare, ad esempio, a Ginevra. Questo ci mette in difficoltà, perché il mercato italiano non è più importante come una volta”.

Nel frattempo, sotto le Due Torri, c’è chi prova a fornire un’alternativa al Motor Show. Si chiama No Engine, quest’anno è alla prima edizione ed è pensata, lo dice il nome, come una vera e propria fiera dei mezzi senza motore. Gli organizzatori, Planimetrie Culturali, non vogliono parlare di “alternativa” ma solo di evento complementare. Restano i contenuti, tutti ad impatto zero: dalle biciclette agli skate passando per i pattini. No Engine ospiterà una ciclo-officina, un expo di produttori di bici a scatto fisso, e proporrà al pubblico una serie di momenti musicali con dj set. “L’obiettivo di No Engine – racconta Planimetrie Culturali – è quello di offrire uno spazio di condivisione, promozione e cultura dedicato a tutte le tipologie di mezzi di trasporto a impatto zero. L’intento è quello di affiancarsi al Motor Show e presentare al visitatore tutte le possibili alternative all’automobile”.

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