Tute bianche e sacchi con l’etichetta “A – contiene amianto“. Il video, girato da un operaio il 2 dicembre, pochi giorni dopo la spaventosa tromba d’aria che si è abbattuta su Taranto, mostra le operazioni per rimuovere il pericoloso minerale. La denuncia arriva dall’associazione “Fondo Antidiossina” che, dopo i crolli del camino delle batterie 1 e 2 del siderurgico causati dal tifone, sta raccogliendo numerose segnalazioni sulla presenza della sostanza tossica. “Riceviamo avvisi sull’allerta amianto in diversi reparti dell’Ilva come, per esempio, nel reparto colata continua (CCO5) e nei pressi della ciminiera di 80 metri di altezza che si sarebbe totalmente frantumata al suolo – segnalano dall’onlus – Non ci risulta, tuttavia, che siano stati presi adeguati provvedimenti dopo la caduta del camino, presumibilmente coibentato da tonnellate di minerale, né tantomeno che siano state fatte verifiche sulla stabilità delle decine di ciminiere che svettano in cielo e che potrebbero aver subìto seri danni, tanto da poter essere considerate non stabili o pericolanti, dopo il passaggio del tornado”. Secondo il Fondo Antidiossina, “qualche ditta esterna ha iniziato la bonifica (così ci segnalano) probabilmente impossibile, per la straordinaria diffusione delle polveri nel raggio di centinaia di metri”

Articolo Precedente

Bersani, l’Ilva e il vecchio industrialismo

next
Articolo Successivo

Giornalisti nell’erba crescono. Imparando dalla frugalità

next