Sei milioni di dollari, quasi cinque milioni di euro, questa la cifra che Dominique Strauss-Kahn sembra essere disposto a pagare, per mettere fine alla causa civile che lo vede imputato contro Nafissatou Diallo, la cameriera che 18 mesi fa lo accusò di stupro mettendo fine alle sue aspirazioni di candidarsi all’Eliseo. Sebbene il procuratore distrettuale, infatti, avesse rinunciato a procedere con la causa penale, il 23 agosto 2011, in seguito all’emergere di alcuni fatti relativi al passato della signora Diallo, che ne avrebbero messo in dubbio la credibilità, resta in piedi una causa civile intentata dalla stessa contro l’ex capo del Fmi. L’accordo, per diventare effettivo, dovrà essere firmato la prossima settimana davanti al giudice del tribunale civile del Bronx che ha in carico la causa fra i due e, la risoluzione, anticipata dalla rivista francese Le Monde, potrebbe finalmente chiudere un lungo e intricato capitolo.

Negli ultimi mesi, infatti, DSK avrebbe viaggiato diverse volte a New York proprio per discutere i termini di un accordo di cui, però, al momento, i suoi avvocati continuano a negare i termini. È probabile, fra l’altro, che una delle clausole della risoluzione fra i due sarà proprio quella del divieto assoluto di discutere dei dettagli in pubblico e, in generale, di mantenere un certo riserbo su tutta la vicenda. L’accordo dei sei milioni di dollari, tuttavia, sembra cosa certa, come confidato dallo stesso DSK a fonti a lui molto vicine alle quali avrebbe anche confessato di non disporre di una cifra così alta.

Dal momento delle sue dimissioni dal Fmi e anche in seguito alle altre cause, tutte a sfondo sessuale, di cui deve rispondere in Francia, Dsk ha subito, infatti, un fortissimo ridimensionamento del suo tenore di vita. Le lezioni di economia presso istituti privati, pagate soprattutto dalle banche, non possono certo garantirgli la disponibilità della sua precedente posizione; non solo professionale ma anche personale. È noto a tutti, infatti, che i “veri” soldi in famiglia erano quelli di sua moglie, Anne Sinclair, che, però, da mesi, ha deciso di separarsi dall’uomo che ha difeso fino a quando è stato possibile. La Sinclair, tuttavia, attualmente direttrice dell’edizione francese dell’Huffington Post, non sembra intenzionata a voltare del tutto le spalle al suo, ormai, ex marito.

I sei milioni di dollari, infatti, dovrebbero arrivare, per metà da un prestito bancario e per metà da un prestito personale dell’ex signora Strauss-Kahn la quale aveva già precedentemente pagato un milione di dollari per la cauzione e cinque milioni di dollari di garanzia per assicurare il rilascio del marito dal carcere di Rikers Island, 50 mila dollari al mese, per diversi mesi, per l’affitto della lussuosa casa di Tribeca dove avevano vissuto per tutta la durata degli arresti domiciliari e gran parte delle parcelle degli avvocati newyorchesi, notoriamente a molti zeri. Avvocati che continuano a negare, non l’accordo, ma i suoi dettagli economici, probabilmente per non far apparire Dsk più colpevole di quanto una cifra così enorme potrebbe lasciar pensare.

L’ex capo del Fmi potrà sempre dire che, in fondo, la signora Diallo cercava solo di guadagnare dei soldi; quest’ultima, invece, potrà puntare al pagamento della somma come a un’ammissione di colpa. Una cosa resta, invece, chiara e cioè che Dsk, a questo punto, è solo nel mezzo e che a decidere del suo destino sono due donne: la signora Diallo e Anne Sinclair e nessuna delle due è dalla sua parte.

Il Fatto Quotidiano, 1 Dicembre 2012

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