Il “movimento arancione” muove i primi passi. Al teatro Vittoria di Roma si sono incontrate le numerosissime anime della società civile di sinistra, antimontiana e antigrillina, che si è raccolta attorno all’appello “Cambiare si può”, promosso da Paul Ginsborg, Luciano Gallino, Marco Revelli e Livio Pepino. Il “quarto polo arancione”, come lo ha già battezzato qualche giornale, non ha ancora una struttura e una leadership, ma ha registrato le adesioni eccellenti di Luigi De Magistris e Antonio Ingroia. Il sindaco di Napoli ha promesso il suo impegno a fianco del movimento, purché non rinunci a competere per il governo: “Io ci sto se si decide di correre per vincere le lezioni – ha detto De Magistris -. Altrimenti ho già tanto lavoro come sindaco di Napoli”. Ingroia, accolto da una standing ovation, ha dichiarato: “Sarò con voi dal Guatemala o dall’Italia”. Ma alla domanda diretta sulla disponibilità ad assumere la guida del movimento, non ha sciolto le riserve: “Io leader? Ci ragioneremo sopra” di Tommaso Rodano
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