Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ne avevano parlato poco più di tre settimane fa. E ora, secondo quanto riporta la Repubblica, il decreto sull’incandidabilità dei condannati è pronto e domani dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri per l’approvazione. Dovrebbero non potere mettere piede in Parlamento definitivamente i condannati definitivi per reati di mafia, terrorismo, corruzione e concussione, e per tutti i reati con una pena da quattro anni in su e che quindi prevedono la custodia cautelare. A lavorare sul testo oltre la responsabile del Viminale, il ministro della Giustizia, Paola Severino, e quello della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Il Guardasigilli parla di un testo in via di perfezionamento che però dovrebbe essere valutato domani: “Criteri, parametri oggettivi paletti precisi”, ma si è evitato l’elenco, la selezione dei singoli reati.  Restano candidabili i condannati in primo e secondo grado quindi, ma con il terzo grado di giudizio chi sarà giudicato colpevole dovrà lasciare la poltrona. 

Il decreto dovrebbe comprendere tutti gli incarichi elettivi, non solo Parlamento e Regioni, ma anche Parlamento europeo, consigli comunali, comunità montane, consorzi locali e Asl. La legge delega contenuta nel ddl anticorruzione prevedeva che il governo adottasse “entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali”. E a poche ore dell’entrata in vigore del ddl sembra in dirittura d’arrivo anche questo sulla incandidabilità. Nel testo previste le dimissioni obbligatorie ad elezioni avvenuta se subentra una condanna definitiva, stesse regole anche per chi patteggia. Dopo l’approvazione del Cdm il decreto dovrebbe passare alle commissioni che dovranno fornire un parere, poi il via libera finale. La Cancellieri aveva promesso che il testo sarebbe arrivato prime delle elezioni; per le regionali si è già quasi fuori tempo massimo, ma per le politiche le nuove regole per le liste pulite dovrebbero già essere in vigore. 

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