La Chemical City, definita così dall’intelligence inglese negli anni ’40, è una zona militare a poche decine di metri dal lago di Vico, in provincia di Viterbo. Si tratta di uno dei più importanti bunker fascisti di produzione di armi chimiche: iprite mescolata ad arsenico, fosgene, admsite. Un Magazzino Materiali di Difesa NBC (Nucleare, Batteriologico, Chimico) rimasto per decenni nell’ombra. Fino al 1996, quando – durante la prima operazione di bonifica condotta nel più assoluto segreto – un ciclista venne investito da una nube tossica fuoriuscita dal centro chimico, svelando a tutta la popolazione, fino ad allora ignara, la dimensione del problema. Negli anni successivi le autorità militari hanno evidenziato in alcuni punti concentrazioni di arsenico e altri metalli pesanti superiori alla soglia di contaminazione. Oggi, 27 novembre, squadre militari specializzate procederanno allo scavo della zona militare. Chiuse strade provinciali e comunali, sgomberati tutti i fabbricati e divieto assoluto di navigazione nel raggio di 1 km dal punto in cui si andrà ad operare  di Daniele Camilli e Daniele Piovino

 

Articolo Precedente

Ilva, il gip sequestra anche l’acciaio: “Frutto del disastro ambientale”

next
Articolo Successivo

L’Ilva e l’illegalità di Stato

next