Mentre andiamo ai seggi o pensiamo se andarci, non serve che io dica che voto Vendola e il perché.

Ragioniamo piuttosto su alcune delle obiezioni principali di chi non vuole partecipare. Molti hanno preso male la faccenda dei due euro da pagare. Ma come? – sento dire da alcuni – con tutti i soldi che prendono i partiti ancora ce li chiedono. Faccio presente innanzitutto che il secondo partito della coalizione di centrosinistra che si sta formando – ovvero Sel – non prende finanziamenti per nulla, essendo fuori dal Parlamento. Ma soprattutto che senza una modesta ma larga e diffusa raccolta di offerte e contributi – come questo dei 2 euro, non si esce dalla politica finanziata dallo stato o dalle lobby dei ricchi. Dovremo forse arrivare al punto di pagare un euro per partecipare a un comizio, dovremo comunque differenziare i finanziamenti e parteciparvi. Pagando quei due euro siamo molto più forti nell’esigere che poi gli eletti siano coerenti, e siamo più sicuri che ci siano mezzi per la campagna elettorale.

Seconda obiezione, o meglio fraintendimento è quello che porta molti a votare come se si trattasse un turno unico. Concentrandosi quindi su ragionamenti tattici anche contortissimi sulle opportunità di governo. In questo modo però i candidati più carichi di contenuti e sentimenti rischiano di essere messi da parte, come se ci fosse rischio di dispersione del voto. Invece c’è il doppio turno, questo semisconosciuto. Fatto apposta per votare chi ha le idee più vicine a noi. O addirittura per votare un candidato che non vincerà, ma per aumentare la dose delle sue idee in quella che dovrà essere la sintesi finale.

E infine: oggi non occorre pre-iscriversi. Per tutti i residenti, italiani o stranieri,

Basta trovare dove andare a votare.

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