E’ il giorno del voto. E come in tutte le competizioni i candidati delle primarie del centrosinistra si sfidano con l’ultimo comizio. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani è nel Savonese, il sindaco di Firenze Matteo Renzi è rimasto nella sua provincia, Nichi Vendola il governatore della Puglia è a Bari. Laura Puppato chiuderà stasera da Padova la sua campagna e Bruno Tabacci forse ha scelto il silenzio. Negli ultimi giorni non sono mancate anche le polemiche come quella sulla presenza di Bersani al Tg1. Oggi potrebbero votare un milione e mezzo di persone che si sono iscritte e scendere in campo 100 mila volontari nei 9000 seggi e 9000 uffici elettorali sul territorio. Queste le regole per votare. I seggi sono aperti dalle 8,00. Si vota anche all’estero, in 19 paesi. 

Bersani: ”Un’alleanza con l’Idv? Sì con molti se”. Pier Luigi Bersani sembra aprire uno spiraglio per una possibile alleanza con l’Idv di Antonio Di Pietro che nei giorni scorsi aveva invitato il suo elettorale a votare il segretario Pd: “Un’alleanza con l’Idv? Sì con molti se. Bisogna che ci siano gesti politici significativi che – dice il politico da Genova – chiariscano e correggano. Con meno di questo non basta dire ‘ci siamo. Credo sia chiaro a tutti che adesso non si può più scherzare. Se il centrosinistra vuole prendersi responsabilità di governo non ci devono essere dubbi né incertezze. Non si può stare un p0′ dentro e un p0’ fuori. Ci vogliono gesti che chiariscano”. A fronte delle posizioni “che ha preso l’Idv su quasi tutti i temi che abbiamo affrontato quest’anno dalle posizioni sul Presidente della Repubblica fino al Pd, bisogna che ci siano gesti politici significativi”. Bersani questa mattina era stato a Stella (Savona), paese natale di Sandro Pertini: “Ci sono tante buone ragioni per essere disamorati, ma solo con la rabbia non si va avanti e non si risolvono i problemi. Noi dobbiamo metterci tra l’esigenza di governo e di cambiamento”. Bersani ha citato l’esempio del ‘presidente partigiano’ definendolo simbolo di una generazione che “ha avuto coraggio, gente che non è mai invecchiata rimanendo giovane dentro”. E ha aggiunto che “adesso tocca a noi avere coraggio”. “Moralità e lavoro sono le parole che dovranno ispirare la prossima legislatura”. “In questi anni c’è stata una deviazione populistica, fatta di una comunicazione finta – ha concluso – di plastica. Se tocca a me io dirò agli italiani: io non intendo piacervi, intenderei essere creduto per dire le cose come sono. Non si possono avere foglie nuove se si tagliano le radici. Altrimenti sono foglie degli altri, non sono le tue”. 

Renzi: “A Bersani che dice che non ha paura del ballottaggio, io dico: nemmeno noi”.  Matteo Renzi è invece impegnato in una una iniziativa elettorale a Campi Bisenzio (Firenze):  “A Bersani che dice che non ha paura del ballottaggio, io dico: nemmeno noi. Vogliamo fare quello che la sinistra non ha fatto in questi anni, ad esempio sulla scuola; una sinistra che non ha fatto la legge sul conflitto di interessi, che è andata al governo e si è messa a litigare. Una sinistra che ha mandato due volte a casa Prodi – ha sottolineato Renzi-. A proposito, lo dico a Vendola che l’altro giorno mi dava lezioni su cosa vuol dire essere di sinistra: lui ha mandato a casa Prodi”.  Il sindaco appare sicuro: “Nessun sondaggio può negare che noi siamo già la maggioranza nel Paese. Bisogna prendere le persone una per una, portarle a votare ai seggi e fargli fare la fila. Oggi la partita è convincere non tanto gli incerti per Bersani – ha osservato Renzi – ma quelli convinti di votare per noi, che però per qualche motivo non sono intenzionati ad andare ai seggi”. Renzi annuncia anche i dati saranno dati con anticipo: “Domani daremo i dati dell’affluenza ai seggi un’ora prima di quelli ufficiali, grazie ai nostri rappresentanti. Oggi tanti uomini e donne stanno facendo campagna elettorale porta a porta per cambiare il futuro. Stiamo coprendo tutti i 9.200 seggi allestiti, stiamo facendo una cosa incredibile. Tutto questo sta succedendo perché la gente ha voglia di fare politica, e voglio dirvi grazie: ho vissuto una campagna elettorale bella e vertiginosa, in cui ho imparato tantissimo”. 

Vendola: “Ho attraversato soprattutto l’Italia del dolore sociale“.  Il governatore della Puglia guarda anche all’attualità: “Ricordo che quando ho segnalato i pericoli della sottovalutazione dei fenomeni ‘ndranghetisti in Lombardia e in tutto il Nord Italia – ha detto Vendola – il quotidiano della famiglia Berlusconi ha titolato a nove colonne ‘Vendola si droga’ replicando una gentile espressione che mi aveva regalato il presidente Formigoni ‘miserabile drogato’”.  Poi però torna alla sfida: “Le primarie sono un modo per riaffermare che la politica è una proprietà pubblica e io ho attraversato soprattutto l’Italia del dolore sociale, dei punti di frattura del mondo del lavoro, ascoltando tantissime testimonianze delle singole crisi aziendali”. Il leader di Sel:  “Ho potuto percepire quasi ovunque il dolore lancinante che sta vivendo il mondo della scuola per come è stato umiliato negli anni del berlusconismo e delle riforme selvagge della Gelmini e per come continua ad essere umiliato dai provvedimenti del Governo Monti. Non ha futuro un paese che ferisce a morte la sua scuola. Pensoche l’Italia sia in crisi soprattutto per questa idea: che la cultura sia una spesa parassitaria da tagliare”. 

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