In pieno centro di Roma un commando fascista di almeno 30 persone assalta militarmente un pub dove si trovano alcuni inermi fan del Tottenham, rei di tifare per la squadra della comunità ebraica londinese. I fascisti distruggono il pub, e massacrano i presenti di botte. Mentre nel Regno Unito tutti i mezzi di informazione intuiscono subito il movente antisemita, il sindaco di Roma, lo stesso che dà il patrocinio del comune alle iniziative dei fascisti di Casa Pound, parla di “teppisti”, “pazzi”, “delinquenti”. Come se, anziché di un commando militare fascista, si trattasse davvero di teppisti, pazzi, delinquenti qualunque. È più grave di così, caro Alemanno.

Solo 24 ore dopo il sindaco ammette telegraficamente che sì, quella antisemita è una pista, e in tal caso l’episodio di violenza sarebbe da considerarsi ancora più grave.

Certo c’è poco da stupirsi, in una città integralmente tappezzata di manifesti di Casa Pound che nessuno osa rimuovere (ma a onor del vero i manifesti abusivi, di ogni colore politico, sono una antica piaga della capitale), dove le aggressioni omofobe si moltiplicano e il controllo del territorio da parte delle istituzioni sembra un miraggio. Ma fa comunque specie che un sindaco che twitta e blogga compulsivamente su tutto non trovi mai l’occasione di condannare (e magari anche contrastare, se non crea troppo disturbo) la violenza fascista che dilaga in città.

Intanto domani pomeriggio a Roma si svolgerà il “raduno nero”, la manifestazione nazionale dei fascisti del terzo millennio (come amano farsi chiamare), da un mese annunciata in tutto il Lazio da tetri manifesti che incitano gli italiani alla “marcia”.

Altroché law and order, Roma non è mai stata così pericolosa.

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