Per Beppe Grillo il “redditometro” dell’Agenzia delle Entrate non è sufficiente. Così come secondo il leader del Movimento 5 Stelle disturba “non la lotta all’evasione in sè, ma l’accanimento mediatico nel voler far passare gli italiani come popolo di evasori, come se la causa del disastro economico non sia attribuibile al debito pubblico, alla corruzione, alla totale incapacità e rapacità nell’amministrare la cosa pubblica”.

Sul suo blog propone quindi per la prossima legislatura il “politometro, uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall’atto della loro nomina nell’arco degli ultimi vent’anni”. Il leader del Movimento 5 stelle risponde così ai dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, dai quali risulta che il 20% delle famiglie italiane dichiara redditi sospetti. Il comico premette di essere “contro l’evasione fiscale e che gli evasori vanno perseguiti”, ma soprattutto i grandi evasori, “ad esempio – puntualizza – quelli protetti dallo Scudo Fiscale del Pdl/pdmenoelle con l’obolo del 5%, i cui nomi dovrebbero essere resi pubblici dal Tesoro”.

La controproposta di Grillo è quella di “realizzare un’applicazione che faccia la differenza tra patrimonio attuale (P2), patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C). Quindi il risultato, che chiameremo Z, sarà dato da Z = P2 – P1 + C. Se Z sarà superiore a P1 + C, escludendo partite straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, la differenza dovrà essere restituita alle casse dello Stato con l’aggravio fiscale del 60%”. 

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