Tre pullman di anziani della Capitale che credono di andare in gita per una domenica dedicata alla beneficenza che invece si ritrovano in un convegno politico al Palamontepaschi di Chianciano Terme, a circa 200 chilometri da Roma. Non è uno scherzo ma è ciò che è successo a un centro di anziani reclutati in maniera inconsapevole per andare a firmare la candidatura e fare da claque alla convention del candidato alle primarie per il centrodestra Gianpiero Samorì. Un fatto che ricorda quanto già accaduto a un’inziativa  politica del senatore del Pdl Carlo Giovanardi, suo amico e compagno di scalata al Pdl emiliano, che in quell’occasione ospitava un intervento di Silvio Berlusconi

Al meeting era presente anche il coordinatore dei pullman, Paolo Loria, avvocato divenuto noto per aver difeso Raniero Brusco ossia l’ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, che seccato ha negato di centrare qualcosa con questa storia, sostenendo di aver portato solo gente che ha presenziato liberamente, pagandosi anche vitto e alloggio. A chi gli ha chiesto cosa ci facessero lì, gli anziani hanno risposto: “Non lo so, ci hanno detto che era per un’opera buona ma non abbiamo speso nulla”.

 L’avvocato modenese e leader del Mir-Moderati in Rivoluzione, nel giorno del lancio della sua discesa in campo ha cercato di stemperare le polemiche. L’imprenditore friulano Diego Volpe Pasini, numero 2 del movimento e vicino a Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri promette: “Denunceremo l’autore della truffa e la prossima volta staremo più attenti”.

Ma a far parlare dell’avvocato e docente di Diritto commerciale all’Università di Urbino, è il suo ruolo presso lo stato di San Marino. Si perché Samorì nel dicembre del 2010 è stato nominato dal Congresso di Stato del Titano ambasciatore in Francia. Ora grazie a quella nomina gode dell’immunità e ha in tasca anche un passaporto da diplomatico. E curiosità, l’avvocato modenese ha assoldato nel suo staff anche Jean Todt, l’ex amministratore delegato della Ferrari ora presidente della Fia-Federazione Internazionale dell’Automobile.

Ma su Samorì vengono fuori anche informazioni circa il possesso di conti correnti in paradisi fiscali, e precisamente nell’isola caraibica olandese di Curacao. Dalla sua società Modena Capitale si risale via via alla sua capofila, la Zevenplint n.v., società di cui non si conosce il bilancio protetto dal rigido segreto bancario in vigore sull’isola. La società è la madre di altre quattro società: Aviation, Banking Partecipations, Industry Partecipations e Insurance Partecipations. Il cuore degli affari però rimane tutto italiano, dalla Assicuratrice Milanese, che fattura 55 milioni nel ramo danni con sede a San Cesareo sul Panaro in provincia di Modena.

Il candidato alle primarie questa mattina ha risposto all’articolo apparso in prima battuta sul Corriere della Sera: “Sono totalmente inattaccabile – ha detto Samorì – forse per questo si cercano qua e là degli argomenti dal sapore diffamante. Io sono tranquillo, possono andare a scavare indietro di trent’anni che non trovano nulla. Tutte le mie società, in tutte le parti del mondo, sono dichiarate nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Sono totalmente trasparente”. Alla domanda se abbia rapporti con Curacao, Samorì ha risposto: “Io ho società in tutte le parti del mondo come tutti quelli che hanno delle attività economiche diversificate. Ma non vengo certo a dire le mie cose. Non c’è alcuna attività mia che abbia un regime da paradiso fiscale. Io non ho nessuna attività, per attività intendesi svolgimento di operazione, di esercizio di imprese. Ho una serie di società in Italia e anche all’estero che sono proprietarie di beni, e che sono tutte dichiarate al fisco italiane sulle quali io pago tutte le imposte di ogni genere e natura senza nessun vantaggio fiscale, semplicemente per il fatto che trattandosi ti proprietà in nazioni estere sono intestate a società estere della nazione, punto”.

Samorì ha anche spiegato i suoi rapporti con la Repubblica di San Marino: “Ero ambasciatore di San Marino in Francia fino a una settimana fa, quando ho deciso di rassegnare le dimissioni perché che mi sembrava incoerente con la mia candidatura. Ma la nomina, che è onorifica, dipende dal fatto che San Marino individua magistrati e buona parte dei diplomatici tra i professori universitari di Urbino, per una consuetudine antichissima. E io sono professore all’Università di Urbino”.

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