La rete con chi sta? Si avvicinano le elezioni e ognuno la spara grossa. Quello che fa un po’ specie è che a questa fiera partecipano anche esperti di settore. Un conto è dire che un candidato può avere sensibilità politica verso i temi delle tecnologie e dei nuovi diritti, un conto è rappresentarlo come una capo in cui si riconosce il mondo della rete.

Dovrebbero sapere che il sistema dell’attrazione “dal basso verso l’alto” proprio della vecchia politica sul web non funziona. Le cose sono molto più orizzontali ed anche temporanee. Chi crede nella fortuna del mezzo dovrebbe invece avere un atteggiamento “nuovo”, democratico, e dire: mi impegno a favorire lo sviluppo della rete, mi impegno che sia un’opportunità per tutti i cittadini, anche quelli più svantaggiati socialmente, mi impegno a confrontarmi con gli stessi e a giustificare le scelte che compio nella mia vita pubblica attraverso di essa. Sembrano cose semplici ma nessuno lo ha detto con chiarezza.

Anche i cosiddetti nuovi soggetti della politica si appellano alla rete più per avere consenso che per confrontarsi. In definitiva, parlano solo loro o i loro adepti; usano il web, certamente non lo rappresentano. La dignità, la spontaneità e l’auto riflessione sono invece i principi che ispirano i movimenti nati sulla rete. Si formano per raggiungere uno scopo, ma poi si sciolgono senza mai individuare una forma politica. Nessun leader, nessun programma, nessuna ideologia o strategia, ma solo una spinta collettiva tesa a cambiare i valori della società più che perseguire un obiettivo politico determinato.

Internet ha dato la possibilità storica di passare dall’indignazione alla speranza. Attraverso l’esercizio del potere orizzontale si crea un senso di appartenenza e di unità tale da far sentire i singoli parte di qualcosa e non più in balia di eventuali conseguenze o ritorsioni”. Evitateci dunque un leader a tutti i costi.

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