Primarie in forse, simpatia per Montezemolo (perché va contro la sinistra) e strada sbarrata a Monti, a meno che non si candidi. Il Pdl traccia la nuova linea che porterà il partito alle elezioni politiche sperabilmente (per il centrodestra) in un election day fissato al 10 marzo se i partiti faranno i compiti (legge elettorale e di stabilità). Alfano è chiaro sull’eventuale sostegno di un secondo governo Monti: potrà esistere solo se il presidente del Consiglio “annuncerà la sua candidatura”. “Per noi non è possibile un Monti bis – aggiunge – perché non è possibile la collaborazione con Bersani. Abbiamo dubbi sulle scelte del governo tecnico, ma abbiamo stima per Monti”. Insomma: “Le prossime elezioni sono in primavera – prosegue – non si governa il Paese senza il permesso degli elettori: se Monti vuole governare annunci propria candidatura”. 

“Siamo soddisfatti – dice il segretario del Pdl a proposito del possibile election day – perché grazie a noi si è evitato di buttare 100 milioni di euro dal balcone per far votare gli italiani a distanza di poche settimane”. Quanto ai due “compiti a casa” dei partiti, da una parte, sotto il profilo della legge di stabilità “abbiamo impedito l’aumento indiscriminato dell’Iva e fatto togliere la retroattività delle detrazioni”, mentre dall’altra, sulla riforma della legge elettorale, “lavoriamo per farcela: ma due sono le nostre condizioni che la sera del voto si abbia la certezza del vincitore e che i cittadini possano scegliere il proprio deputato o senatore”.

Alfano ribadisce tuttavia che le primarie, con questa tempistica così serrata, potrebbero essere in forse. La nuova tabella di marcia elettorale “qualche problema” lo pone, “decideremo la prossima settimana”. Sul punto (e non solo su questo per dire il vero) nel partito rimane comunque una certa confusione, visto che Fabrizio Cicchitto dichiara: “La sola indizione delle primarie del Pdl sta provocando la mobilitazione di iscritti, cittadini, militanti, associazioni, candidati e anche di soggetti politici interni ed esterni al Pdl. E’ la dimostrazione che ciò serve non solo a indicare un candidato premier, ma specialmente a rimettere in moto tutto un mondo del centrodestra che ha bisogno come il pane di discutere di politica al suo interno di confrontarsi all’esterno con i cittadini”. 

A proposito di primarie oggi è tornato a parlare l’homo novus del Pdl, Gianpiero Samorì, l’imprenditore emiliano che ha fondato il movimento Moderati in rivoluzione e che si è candidato alle possibili primarie. “Dobbiamo essere pronti a tutto, anche nel caso che le primarie non si tengano. Di sicuro c’è il fatto che un momento di considerazione questo movimento lo debba avere in ogni caso, a prescindere dalle primarie”. La convention promossa da Samorì e in corso a Chianciano Terme ha avuto “un risultato migliore rispetto alle mie stesse aspettative: c’è tanta gente e soprattutto la ricerca di un programma e di un percorso”. Ma qualcuno dei dirigenti storici del Pdl si è fatto vedere? “Nessuno dei leader si è fatto vivo, mentre di quadri intermedi ce ne sono tanti”.

Infine si muove anche la parte di quella che una volta si chiamava “destra sociale”. In quest’area arriva l’endorsement di Francesco Storace, nei confronti di Giorgia Meloni: “Domani – dice il segretario della Destra -, le primarie del partito potrebbero trasformarsi in una cosa meno triste rispetto a quella immaginata finora se davvero, come ci riferiscono fonti assolutamente attendibili, Giorgia Meloni si candida per contendere ad Angelino Alfano la leadership per la presidenza del Consiglio espressa dal suo partito”. E la Meloni, secondo Storace, può vincere.

Ma Alfano ha parlato anche del possibile rapporto con i promotori del manifesto “Verso la Terza Repubblica”: Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni: “Guardiamo con attenzione e simpatia ad ogni movimento che proponga nuove idee liberali e si candidi a non far vincere la sinistra, questa sinistra”. 

Anche in questo caso, però, si registra una dichiarazione che va da tutt’altra parte: “Al di là del giusto rispetto personale dovuto a Monti – sostiene il coordinatore del Pdl Sandro Bondi – la visione della società e i programmi liberali espressi ieri da Montezemolo non sono conciliabili con l’attuale politica economica del governo e con il rigore astratto imposto da questa Europa”. “Per il futuro – conclude – anche Montezemolo dovrà misurarsi sia sul piano dei contenuti che delle alleanze politiche con la necessità di rovesciare un’impostazione economica che è all’origine dell’attuale grave recessione”.

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