Una nuova sindrome genetica che può colpire solo gli uomini è stata scoperta grazie a uno studio internazionale, al quale hanno partecipato scienziati milanesi dell’università degli Studi, del Policlinico e dell’Auxologico. La ricerca, pubblicata su ‘Nature Genetics’, fa luce su una malattia causata dalla mutazione del gene IGSF1, trasmessa attraverso il cromosoma X. Grazie a una moderna tecnica di screening genetico (detta ‘Exome Sequencing’ o ‘Next Generation Sequencing’), è stata identificata una mutazione del gene IGSF1 alla base di una nuova sindrome che associa l’ipotiroidismo congenito di origine centrale, cioè legato a un difetto funzionale della cellula ipofisaria (quella che fabbrica e libera l’ormone tireo-stimolante Tsh), a un’abnorme crescita testicolare (macrorchidismo).0

Un’analisi allargata ai diversi centri in cui operano gli autori ha permesso di identificare otto diverse mutazioni e due delezioni del gene IGSF1 in pazienti maschi provenienti da undici famiglie diverse, con ipotiroidismo centrale associato a macrorchidismo e livelli ridotti di prolattina (Prl).  Il gene IGSF1 codifica per una proteina normalmente presente sulla superficie delle cellule ipofisarie, la cui funzione non è però stata ancora chiarita. Le mutazioni di IGSF1 riducono l’espressione della proteina sulla membrana cellulare delle cellule ipofisarie, normalmente incaricate di secernere Tsh o prolattina. I topi maschi con deficit di IGSF1 hanno una ridotta quantità di Tsh e Prl nella loro ipofisi e nel sangue, diminuiti livelli di ormone tiroideo, e un aumento della massa corporea e della componente adiposa. I ridotti livelli di Tsh e Prl dipendono da una ridotta espressione del recettore del neuro-ormone Trh, che normalmente ne stimola la secrezione. I dati accumulati nello studio delineano l’esistenza di una nuova sindrome ‘X-linked’(cioè della quale possono essere affetti solo i maschi, perché possiedono questo cromosoma in singola copia), in cui mutazioni inattivanti la proteina IGSF1 causano un ipotiroidismo centrale, secondario a una ridotta stimolazione da parte del Trh, associato a ingrossamento testicolare e deficit variabile di Prl.

“Dal momento che le mutazioni di questo gene sembrano avere un certa frequenza fra i pazienti con ipotiroidismo centrale – commenta Persani in una nota – questo studio apre nuove prospettive per la diagnosi di questi pazienti e per la comprensione dei meccanismi che regolano la crescita testicolare, oltre alla possibilità di trovare una soluzione clinica al problema del macrorchidismo”. Lo studio nasce dalla collaborazione con centri inglesi, olandesi e canadesi del gruppo di endocrinologi dell’Università Statale di Milano, guidato dai professori Paolo Beck-Peccoz e Luca Persani, rispettivamente presso gli Irccs Fondazione Cà Granda Policlinico e Istituto auxologico italiano. 

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