Squilla il telefono. Risponde. Dall’altra parte una voce calma espone i fatti in maniera lineare. Troppo lineare. Non è possibile. Più semplice de rubricare il tutto a “scherzo”. Ops, ecco il dubbio, quello che lo salva da una gaffe. La persona continua a spiegare, anzi riprende da capo, consapevole dell’incertezza suscitata: sì, sono del Ministero dell’Ambiente, vorremmo chiedere la disponibilità di ospitare nella sua azienda vinicola il ministro giapponese dell’Agricoltura, è in Italia per imparare i segreti della coltivazione biologica. Dopo il disastro nucleare devono ripensare al loro presente, futuro energetico. 

Sospiro. Silenzio. Il cervello che elabora, che sintetizza i dati e cerca di fare quadrato su quale degli amici ci può essere dietro lo scherzo. Nessuno. In questi casi, quindi, è auspicabile scegliere la figuraccia minore, meglio credere alla storia del ministro, e prendersi un vaffa da un amico, che insultare un possibile sconosciuto. “Bene, ci farebbe molto piacere”. Passano due giorni. Risquilla il telefono. Il Ministero conferma. È tutto vero. Il responsabile dell’azienda racconta l’evento sul suo sito. La mattina successiva suonano alla porta, sono appena le otto del mattino: “Buongiorno, carabinieri, abbiamo saputo dei giapponesi. Ma è vero!?!? Perché a noi nessuno ha detto niente.” Si, guardi, le confermiamo tutto. “Ah… allora dobbiamo controllare l’area”. Bene. Altre ventiquattr’ore. È il giorno. In lontananza si alza un po’ di polvere, non troppa, vuol dire che non corrono con la macchina. Non è un’auto, ma un pulmino blu preso a noleggio. Dentro ci sono sei persone, un solo bodyguard, quindi il ministro e i collaboratori. Basta. Nessun’altro, niente scorta, nessuna carovana. Solo loro.

Sono qui per imparare, e si vede. Per tre ore ecco domande, riflessioni, risposte. Passeggiate tra i filari, odore di vigna. Per tre ore prendono appunti. Assaggiano. Gli piace. Poi alla fine chiedono se possono acquistare. Volentieri. Comprano 48 bottiglie e pagano contanti con fattura. Poi è il momento dello scambio di doni, dei ringraziamenti dei saluti. La polvere si alza nuovamente. È torna lo stupore: era un ministro importante di uno Stato importante. 

Articolo Precedente

Il Manifesto della Pizza

next
Articolo Successivo

Oliver Glowig, 200 euro sprecati

next