Al termine di una giornata dominata da violenti scontri di piazza, il Parlamento greco ha approvato le nuove misure di austerità richieste dalla troika. Conservatori e socialisti della coalizione di governo hanno votato per adottare il piano di tagli da 13,5 miliardi di euro entro il 2014, che diventeranno 18 miliardi entro il 2016. I voti favorevoli sono stati appena 153 su 300 deputati (presenti 299), poco al di sopra della maggioranza. Il provvedimento prevede un aumento delle imposte e un’ulteriore riduzione di pensioni e salari, misure considerate necessarie per sbloccare la tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro da parte dei creditori internazionali. Senza i fondi della troika, il 16 novembre il governo di Atene rischia di rimanere senza soldi. 

Nel pomeriggio, davanti al Parlamento si è scatenata la guerriglia urbana con lanci ripetuti di bombe molotov. Nella capitale ellenica circa centomila cittadini si sono ritrovati in piazza Syntagma per manifestare il proprio dissenso contro la terza misura chiesta dai rappresentanti di Bce, Ue e Fmi. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con getti di acqua, proiettili di gomma e gas lacrimogeni, tanto da rendere irrespirabile l’aria in tutta la zona mentre gli scontri si estendevano alle vie circostanti.

Cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, vetrine infrante. Un manifestante incappucciato per un attimo è riuscito a rimuovere le ringhiere a protezione del perimetro della Camera che conduce al cortile, ma è stato subito bloccato dagli agenti. Tra la folla anche gli striscioni del partito Syriza con la scritta “distruggete il paese” che è stato affisso nel cortile del Parlamento, quasi sul monumento del Milite Ignoto. La polizia ha proceduto ad arrestare una ventina di manifestanti. In precedenza anche un gruppo di parlamentari degli Indipendenti Greci si erano uniti al corteo di protesta nei pressi di Vasilissa Sofia, con in testa il leader del partito Panos Kammenos. Che in occasione delle dichiarazioni di voto, in una Camera trasformata in un bazar, ha accusato il ministro delle Finanze Iannis Stournaras definendolo “un dipendente della Goldman Sachs con il compito di svendere la Grecia”.

Il deputato di Alba dorata Xristos Pappas ha rincarato la dose e ha accusato il governo in carica (“è il premier Samaras ad essere un fascista, non noi di Chrisì Avghì”) di aver preso tangenti dalla tedesca Siemens in occasione delle Olimpiadi nel 2004. Oggi, ha aggiunto, “tolgono il sangue a pensionati e dipendenti pubblici”. Pappas ha citato il volume L’inizio della fine dell’italiano Emanuele Grazzi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario destinato nel 1939 a reggere la legazione di Atene. E ha concluso: “Samaras, Venizelos, Papaconstaninou, Stournaras: pagherete ciò che state facendo al paese”.

Singolare che in piazza si siano visti anche i dipendenti stessi della Camera dei deputati che dovrebbero rientrare all’interno del pacchetto di licenziamenti proposto dalla troika. Per questo il deputato del Syriza Lafarizis si è chiesto come potrà funzionare regolarmente il parlamento. In piazza dalla tarda mattinata si erano radunati i vari cortei dei sindacati Pame, Gsee e Aeedy. Chiuse le stazioni metropolitane. Poche ore prima il Parlamento aveva respinto a maggioranza una mozione di incostituzionalità del pacchetto delle misure presentata dal Syriza e dai Greci Indipendenti.

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Aggiornato dalla redazione web alle 23,47

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