Bobolas, Alafouzos, Lambrakis. È il triangolo dell’informazione ellenica, la stessa che sta facendo un lungo sciopero proprio nei giorni caldi precedenti il voto sull’ultima manovra lacrime e sangue per far fronte alle richieste della Troika, che poi sono anche stati quelli dei processi ai colleghi che hanno rivelato scottanti documenti. Quella dei tre magnati che di fatto da più di mezzo secolo sono sul ponte di comando della nave Grecia. Loro per primi hanno differenziato gli investimenti e che, non da oggi, controllano stampa e canali televisivi greci, oltre ad aver fatto business in altri campi come le grandi opere, le telecomunicazioni, lo sport. Anche grazie ad una legge sul conflitto di interesse poco rigida che almeno fino al 2009 (l’anno in cui è esplosa la crisi al centro dell’Egeo) ha consentito una fortissima mescolanza tra pubblico e privato.

Iorgos Bobolas ha interessi nell’edilizia, nell’energia, nei media e nei programmi di difesa. Inizia come un semplice progettista, ma ben presto la società di costruzioni Aktor si evolve in Ellaktor, fino all’ingresso nelle telecomunicazioni con lo storico giornale di famiglia Ethnos. Fonda la Pegasus Publishing, che possiede il canale televisivo Mega Channel, la piattaforma satellitare Nova (film e sport h24), oltre a numerosi altri periodici e il 49% del casinò di Parnitas.

Mega Channel fu fondata nel 1989 assieme agli imprenditori Tegopulos, Vardinoyannis (patron della squadra di calcio ateniese del Panathinaikos), Lambrakis, Alafouzos, e fu la prima azienda dotata della licenza per operare come stazione televisiva privata, un po’ la sorella minore di Canale 5. Ma nel 2009, dopo anni di attesa, il Parlamento greco approvò la prima timida legge sui blind trust che impediva all’azionista di maggioranza di un gruppo televisivo di partecipare alle gare di appalto per le grandi opere pubbliche.

Per questo cedette le sue quote maggioritarie, si dice, per almeno cento milioni di euro. Quindi fonda la società DOL, un’azienda a conduzione familiare in cui Bobolas controlla solo l’11,23%, mentre due dei tre figli, Fotis e Maria, hanno in mano rispettivamente 27,28% e il 34,4 per cento. Il restante 27%, (12,6 milioni del totale di 46,8 milioni di titoli) sono in mano a investitori privati. La società è stata quotata alla Borsa di Atene nel marzo 2000 al un prezzo vicino a 10 dollari per azione.

Aristides Alafouzos fa rima con Skai, una vera e propria macchina da guerra mediatica con canale all news, radio, casa editrice, oltre a quotidiani e periodici, il cui 75% è nelle mani del figlio Ioannis. Ma il magnate originario della splendida isola di Santorini non inizia come editore puro, bensì da imponente armatore ed è il primo in Grecia a intuire le risorse che si possono ottenere diversificando il business.

Nasce nel 1924 a Oia da una famiglia di armatori, suo padre commercia dal mar Nero all’Egeo, e ben presto si trasferiscono a Odessa. A metà degli anni Cinquanta, complice il terremoto che devasta l’isola di Santorini, spostano la sede operativa del gruppo ad Atene. Il risultato è sei compagnie di navigazione, (sotto l’ombrello della società Argonautis che opera con le controllate Shell Sea, Sea Pearl Enterprises, Zenith Maritime, Corporation Bigael, Kyklades marittime), una grande flotta mercantile, una società di costruzioni.

E poi la passione di tutti i paperoni dell’Acropoli: la grande stampa. Possiede il quotidiano Kathimerinì, l’unico greco con una versione on line in inglese, le stazioni radiofoniche Melody e RED 96,3 oltre a numerose partecipazioni in altre imprese, che fanno di Alafouzos la famiglia più potente del Paese. Un sodalizio marittimo, quello con l’oriente per quanto riguarda la fabbricazione di navi, che gli ha consentito nel 2009 di ottenere un’onorificenza molto rara per un cittadino occidentale: ha ricevuto dall’imperatore del Giappone Akihito la Medaglia dell’Ordine del Sol Levante. Molto fa discutere la partnership con l’imprenditore Vangelis Marinakis, proprietario della squadra di calcio dell’Olympiacos Pireo (per via del business delle scommesse sportive Bwin) e un’accusa in passato per contrabbando di carburante.

E poi c’e l’eredità di Xristos Lambrakis, scomparso due anni fa, che fu il padre della prima azienda editoriale ellenica ad essere quotata alla Borsa di Atene. Possiede i principali quotidiani To Vima, Ta Nea. Attraverso la società Dol Digital controlla il maggiore portale nazionale (www.in.gr) e partecipa alla Vima fmradio. Controlla direttamente distribuzione e vendita della stampa su tutto il territorio nazionale, fino ai passaggi intermedi come trasporto e imballaggio, attraverso la società Argos. Con la controllata Studio Ama produzione televisiva partecipa al canale Mega. Il prestigioso teatro ateniese Megaro Mousikì, fa capo al suo gruppo industriale.

Twitter @FDepalo

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