Secondo quanto prevede la bozza del regolamento delle primarie Pdl “per essere ammessi  i candidati devono depositare entro le 24 del 19 novembre 2012 10mila firme. In ciascuna regione non possono essere raccolte più di duemila firme”.  Inoltre ciascun candidato non potrà spendere più di 200mila euro per la campagna elettorale, pena l’esclusione dalla corsa. 

La consultazione popolare si terrà il 16 dicembre e si potrà votare dalle 8 alle 22.  I seggi, si legge nel testo, possono essere istituiti presso le sedi municipali, le sedi del Pdl, le Istituzioni dei vari livelli territoriali, associazioni culturali e ricreative, postazioni provvisorie, studi, uffici o esercizi commerciali. Il documento, di 9 pagine, è aperto a modifiche e dovrà essere ratificato l’8 novembre.

Chi non supera l’8 per cento resta fuori dal Parlamento. L’incertezza sulle regole spinge uno dei coordinatori del Pdl, Ignazio La Russa, a correre ai ripari, per evitare che da momento di partecipazione (anche se, a dire il vero, c’è il terrore di un clamoroso flop) l’appuntamento diventi solo una vetrina per chi non ne avrebbe nel corso della campagna elettorale vera e propria. Quindi “leviamo le firme o riduciamole a un centinaio” concede La Russa, riferendosi ai “requisiti” per partecipare alle primarie. “A patto però – aggiunge, intervistato dal Messaggero – che chi decide di correre alle primarie e non supera almeno l’8% si impegni a non candidarsi alle politiche e se lo fa in un altro partito restituisce al Pdl le spese sostenute. Così fermiamo chi pensa di farsi pubblicità a spese del partito”. Secondo l’ex ministro le primarie non si devono trasformare “in un congresso di partito”. Peraltro, osserva, “mi chiedo come fa a pensare di poter fare il presidente del Consiglio uno che dice di non riuscire a raccogliere le firme in dieci giorni. Basterebbe un giorno se uno ha la statura da premier”.

Gli ex An, chiarisce, appoggiano Alfano sul presupposto che “non ci si allea con la sinistra, non si fa un governo dei tecnici e non si dà l’appoggio al Monti-bis”. Proprio perché c’è l’appoggio ad Alfano si sta ancora “riflettendo” sull’ipotesi di una candidatura alle primarie di Giorgia Meloni che sarebbe un ‘verò competitore ma “significherebbe dare ragione a chi vuole che si esca dalle primarie con uno spezzettamento di consensi che non permetterebbe di dare un’indicazione univoca per Alfano”.

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