A guardarle non si direbbe, eppure fanno davvero ingrassare. Son quei piatti che magari contengono un po’di verdura, all’apparenza sono belli sani, un concentrato di vitamine e freschezza, ci danno proprio l’idea che se ce ne cibiamo ci stiamo portando avanti con la prova costume…e invece no. Ci sono dei cibi che sono come il lupo di cappuccetto rosso travestito da nonnina: suadenti e ingannatori. Noi ne abbiamo smascherati dieci, con il prezioso aiuto di Najat Youssef, dietista e biologa nutrizionista italo-libanese.

1) La pasta al pomodoro. “Questi primi piatti sono costituiti da carboidrati raffinati, non integrali, privi cioè di fibra, acidi grassi, vitamine e, anche se serviti con un sugo in apparenza leggero, se non vengono accompagnati da un piatto di verdure comportano un forte innalzamento della glicemia il cui effetto è trasformare in grassi la maggior parte delle calorie che provengono da questi carboidrati. Per cui anche se il piatto non è servito in grandissima quantità c’è il grosso rischio che questo tipo di cibi poi possa andare ad influire sulla glicemia dell’individuo, con tutte le conseguenze che ne derivano. La sonnolenza post-prandiale è il primo sintomo dell’aver fatto un pasto troppo ricco in carboidrati raffinati”. Ma come arginare il pericolo? Se ci mangiamo insieme un po’ di verdura ci salviamo? “Assolutamente sì. Quello che io consiglio è di iniziare il pasto con un piatto di verdure, crude o cotte, che riducono l’assorbimento degli zuccheri e l’impatto glicemico degli zuccheri stessi sul nostro organismo”. 

2) Le tagliatelle ai funghi. Per proseguire l’elenco di primi piatti pericolosi, andiamo a demolire le tagliatelle: “Si pensa, erroneamente, che la presenza dei funghi lo renda un primo piatto con verdure. In realtà, le quantità che ci sono di funghi in questo piatto quando è preparato fuori casa ( soprattutto se conditi anche con panna!) sono talmente scarse che l’effetto della fibra è irrisorio, e quindi non è significativo rispetto al nostro obiettivo, ovvero introdurre un’adeguata quantità di fibra ad ogni pasto”.

3) L’insalata di riso. Tra i primi ingannevoli anche la “malefica” insalata di riso. Un altro piatto che si trova spessissimo nelle tavole calde per la pausa pranzo. “Per la tipologia di condimenti che sono in essa contenuti, come ad esempio i wurstel, le verdure sottolio, dei pezzettini di formaggio o mozzarella, maionese e quant’altro possiamo affermare che l’insalata di riso è un piatto contenente grandi quantità di calorie concentrate in piccolissime porzioni. Anche solo 50 grammi di insalata di riso corrispondono quasi ad una pizza intera”. E qui non c’è modo di arginare? “Certo, abbinandolo sempre a un bel piatto di verdure “.

4) La caprese. Attenti bene a questo simbolo della cultura italiana nel mondo. “La mozzarella è un altro alimento che viene considerato leggero e non ingrassante dalla maggior parte degli italiani. Questo perché la cultura alimentare degli anni ’70 tendeva a considerare i formaggi soltanto in base al loro contenuto calorico suddividendoli in freschi, semistagionati e stagionati a seconda del diverso contenuto di grassi, e questo è vero (la mozzarella ha meno grassi di un pezzetto di parmigiano), ma bisogna pensare alle quantità in cui devo consumare questi alimenti per fare un pasto completo. La mozzarella ha sì meno grassi di un pezzetto di parmigiano, ma quanta bisogna mangiarne per saziarsi? Non meno di 150 grammi, equivalenti all’introduzione di circa 40 grammi di grassi”. In un’alimentazione sana e corretta è importante raggiungere un adeguato senso di sazietà onde evitare l’assalto la macchinetta degli snack due ore dopo mangiato, e quindi la mozzarella non fa al caso nostro”.

5) L’insalatona. Il più classico dei pranzi estivi, che ci dà massimamente l’illusione di tenerci leggeri. “Quella fatta con mozzarella, tonno sottolio, uova e olive. Va bene che c’è la lattuga che dà una parvenza di salubrità e un po’ di fibra ce la mette, ma bisogna guardare bene alla composizione di tutti gli ingredienti” e qui c’è un mix ingrassante. Ma che cosa dobbiamo togliere allora? “La mozzarella e il tonno, perché paradossalmente la cosa meno ingrassante sono le uova”.

6) Il polpettone. Il cui impasto è sempre un’incognita. Non avendolo fatto noi, non sappiamo cosa c’è dentro. “Di solito per farlo si utilizzano dei tagli di carne non di alta qualità con un elevato contenuto di grassi saturi che danno sapore ma non danno salute. Nell’impasto troviamo uova, formaggio grattuggiato, pan grattato, pezzetti di prosciutto e di formaggio, e questo impiastro fa sì che ogni boccone possa trasformarsi in una bomba calorica“.

7) Il gateau di patate. O sformato di verdure in generale, che dir si voglia. Non importa che ci sia la parola verdure, è lo stesso da evitare. “Magari per verdure si intende quei due pezzettini di zucchina sparsi, e poi tutto il resto son carboidrati raffinati, grassi invisibili e altre sostanze che non fanno bene”.

8) Timballo di verdure. Di pasta e zucchine, o di riso. Sempre il solito inganno delle verdure: “A prima vista potrebbe dare l’idea di essere sano, ma di fatto è talmente condito che poi non lo è”.

9) Ravioli ricotta e spinaci. La pasta ripiena in generale, e tutte quelle delizie che le assomigliano: bocciate anche queste. “Si presentano come un piatto unico completo, visto che ci sono carboidrati proteine e grassi. Ma, per quanto detto in precedenza, l’impatto calorico e sull’insulina sia dei carboidrati contenuti nell’impasto sia dei grassi dell’olio o burro del condimento non lo rende assolutamente un piatto sano”.

10) La macedonia di frutta. L’insospettabile. Quella che tutte le modelle ordinano e che per molte costituisce (tragicamente) l’intera cena. Anche qui c’è un inganno: “Se viene zuccherata con il saccarosio, il normale zucchero da cucina, non è assolutamente un piatto sano. Il saccarosio va a distruggere e rovinare, come accade nel caso della frutta sciroppata, la maggior parte degli effetti positivi provenienti dal contenuto vitaminico della frutta fresca e della fibra se la frutta non viene sbucciata. Sarebbe ottimo se nei ristoranti si imparasse ad utilizzare solo il limone per non farla annerire e non si aggiungesse nessun altro tipo di zucchero, in modo da abituare il palato alla dolcezza degli zuccheri naturalmente presenti nella frutta stessa.

di Zelia Federica Pastore

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