Riabilitare – e controllare – pedofili, violentatori e criminali seriali. Rieducare rapinatori e scippatori, reinserire nella società spacciatori e uomini d’affari fraudolenti. Nel Regno Unito sarà il compito delle grandi società private della sicurezza nel prossimo futuro, dopo che ieri il primo ministro David Cameron ha tenuto un discorso tutto incentrato sulla fermezza nella lotta al crimine. E il premier conservatore lo ha detto chiaramente: “Cercheremo di continuare ad assegnare questi compiti anche alle associazioni di volontariato. Ma oggi serve qualcosa in più”. Così, in prima fila nella vittoria dei futuri bandi, l’azienda che ha curato – non senza polemiche – la sicurezza durante le Olimpiadi, la G4S, ma anche altre imprese come la Serco e la Sodexo, che gestisce, in Inghilterra, 14 prigioni private.

Il periodo di “probation”, in cui il criminale viene “controllato” e “rieducato”, è obbligatorio per legge per persone condannate a più di un anno di carcere. Ma Cameron vuole renderlo obbligatorio per tutti. E le aziende della security, chiaramente, verranno pagate tanti soldi per questo. Ancora di più se dimostreranno di aver raggiunto dei risultati. Nel Regno Unito, sei persone che lasciano il carcere su dieci commettono un nuovo reato entro due anni dal rilascio. Così, in un Paese che ancora si deve riprendere dal trauma dei riot dell’estate del 2011 e in cui ogni anno oltre 2mila persone muoiono per droga, la stretta di Cameron sul crimine cerca di rassicurare il popolo britannico sulla efficacia delle azioni del governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici. Inoltre, recenti fatti di cronaca e un tormentone – anche mediatico – che vede coinvolto Jimmy Savile, un ex presentatore televisivo della Bbc fanno puntare l’attenzione anche sulla salvaguardia dei più piccoli. Parlando insieme a Cameron, il ministro della Giustizia Chris Grayling ieri ha detto: “Stiamo pensando di obbligare pedofili e violentatori a indossare un bracciale Gps, per renderli rintracciabili dalla polizia anche dopo il rilascio”.

Una proposta che però lascia perplesse le associazioni per la difesa dei diritti civili del Regno Unito. Ma a lasciare di stucco è soprattutto la proposta di coinvolgere le aziende private. La Napo, National association of probation officers, una sorta di sindacato di chi si occupa di riabilitazione, ha rilasciato un comunicato: “Solo le grandi imprese a capitale privato potranno vincere bandi e appalti governativi. Le associazioni di volontariato, che finora hanno ottenuto grandi successi, non potranno partecipare a queste gare, non potendoselo permettere. E così la qualità generale del servizio scadrà”. Ma c’è un altro problema, come ha messo in evidenza un quotidiano molto attento al tema come l’Independent. Il grande programma per la riabilitazione dei criminali va contro il piano di Cameron di tagliare tutta la spesa pubblica tagliabile. Come farà il primo ministro a garantire questo progetto portando avanti, allo stesso tempo, l’abbattimento delle uscite del settore pubblico? Così si chiede il quotidiano – vicino all’opposizione ma anche assai critico nei suoi confronti – e così iniziano a chiedersi anche nel Labour. Il cui leader, Ed Miliband, non si è ancora espresso sul tema, forse temendo una ripercussione sulle intenzioni di voto dei britannici. I quali, con un sondaggio, qualche mese fa si erano espressi: il 70% degli abitanti del Regno Unito è favorevole all’intervento del privato nel settore pubblico e ritiene che non possa che favorire la qualità e l’economicità dei servizi offerti ai cittadini. Criminali compresi.

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