Giustizia lumaca in Italia, soprattutto se confrontata con il resto d’Europa. Un contenzioso civile in Italia, in primo grado, dura due volte e mezzo del tempo che si impiega in Germania per arrivare a sentenza e almeno il doppio in Francia e Spagna. Nel nostro paese si riducono i procedimenti pendenti in primo grado, che restano però 4 milioni, e la loro durata media; che in ogni caso rimane più alta di altri paesi europei, ma la situazione in Italia continua a peggiorare con riferimento ai processi in appello e in Cassazione che durano oltre 3 anni. E’ la fotografia del rapporto 2012 della Cepej-CoE (Commissione europea per l’efficacia della giustizia del Consiglio d’Europa), realizzato con il contributo dell’Irsig-Cnr e presentato a Vienna in occasione della Conferenza dei ministri della Giustizia. Sotto esame, proprio oggi che ricorre la giornata europea per una giustizia civile piuù vicina ai cittadini, i sistemi giudiziari di 46 dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, incrociando i dati quantitativi e qualitativi, riferiti all’anno 2010 e relativi a budget, organizzazione della giurisdizione, flussi e durata dei procedimenti e patrocini gratuiti a spese dello Stato. 

“Per l’Italia, si confermano i gravi problemi dovuti all’eccessiva durata dei procedimenti, ma si individuano anche segnali di miglioramento”, osserva Marco Velicogna dell’Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Irsig-Cnr), che ha collaborato all’analisi e alla redazione del rapporto Cepej. “Rispetto alla rilevazione precedente del 2008 – spiega Velicogna – si sono ridotte del 16% le cause sopravvenute in primo grado, mentre aumentano del 5% i procedimenti giunti a conclusione presso tribunali e giudici di pace e si registra un lieve calo (-3%) dei procedimenti pendenti, che rimangono intorno all’imponente cifra di 4 milioni. Sempre in primo grado, migliora anche la durata media dei contenziosi civili, da 532 a 492 giorni: certamente ancora troppi, se paragonati ai 289 della Spagna, 279 della Francia e 184 della Germania, ma si tratta finalmente di una tendenza positiva. E’ ipotizzabile che questo cambio di tendenza sia in buona parte dovuto all’incremento del contributo erariale da versare per l’inizio della causa, ma e’ comunque un dato incoraggiante”

Resta tuttavia pesante la situazione presso le corti d’Appello: “Il settore penale registra un costante aumento nella durata dei procedimenti, con 998 giorni: 194 in più dal 2008 e ben 213 dal 2006. Peggiore ancora la situazione del civile dove le cause di secondo grado durano in media 1.267 giorni, oltre 3 anni” sottolinea Velicogna. “Peggiora poi il tasso di definizione dei procedimenti, dall’87 all’82,7%, e quindi la capacità di affrontare l’arretrato. Sarà interessante verificare se i recenti interventi governativi in merito avranno effetti positivi”. Anche presso le sezioni civili della Corte di Cassazione la situazione non migliora. “Occorrono mediamente 1.230 giorni per concludere un procedimento: 169 in più dal 2008. I casi pendenti, però, calano del 3%. Meglio le sezioni penali con una durata sui 240 giorni”, conclude il ricercatore dell’Irsig-Cnr. “Il tasso di definizione dei procedimenti resta troppo basso ma, nonostante il taglio di circa 16 milioni di euro, il rapporto evidenzia i risultati positivi della crescente diffusione del Processo civile telematico”. 

 

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