Dai dati aggiornati al 2009 forniti dal ministro della Salute Renato Balduzzi alle associazioni ambientaliste emerge che “per le donne a Taranto c’è stato un aumento del 100 per cento di tumori rispetto all’anno precedente”. E’ quanto ha affermato il presidente di Pacelink, Alessandro Marescotti durante l’incontro convocato dallo stesso ministro per esaminare la situazione ambientale e di salute pubblica nel territorio tarantino.

Tra le percentuali riferite da Marescotti, quelle fornite dal Progetto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità a Taranto: “Peggiorano da più 10 a più 11 per cento nell’aggiornamento 2009. Il dato del più 11 per cento si riferisce all’eccesso di mortalità rilevato a Taranto rispetto alle aspettative di morte di tutti i cittadini residenti in Puglia”. 

In particolare, – secondo i dati, contenuti nel progetto, sulle donne residenti nei comuni di Taranto e Statte – si registra un incremento dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%). Complessivamente si registrano un aumento di tutti i tumori del 30%, mentre per i bambini incrementi significativi di contrazione malattie per tutte le cause nel primo anno di vita.

Aumentano anche le patologie in gravidanza a Taranto nel periodo 2003-2009. Secondo lo studio, l’eccesso rispetto alla media delle “condizioni morbose di origine perinatale” era del 21% già negli anni 1995-2002, ed è schizzato al 47% nel periodo 2003-2009. Mentre le malformazioni congenite, che mostravano una mortalità in eccesso del 17% fino al 2002, nel periodo successivo “mostrano un decremento”.

Nello specifico per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori; +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico. E il “potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene”, si legge in conclusione nel rapporto, è “lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione, è infatti il maggior emettitore nell’area per oltre il 99% del totale”.

Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano ha definito l’incontro con il ministro “positivo”. “E’ importante – ha commentato – che si sia parlato di quei dati. Io ho ribadito gli aspetti sanitari elencati in sede di riesame dell’Aia all’Ilva, partendo dalla tutela dei lavoratori. Non è possibile che un lavoratore dell’altoforno debba lavorare fino a 70 anni”.

“Non tutti i lavori sono uguali – ha aggiunto – e bisogna considerare quelli usuranti. Poi ho sottolineato che dal punto di vista sanitario bisogna fare in modo che i nostri malati non debbano andare fuori. Quindi ho chiesto una deroga al blocco delle assunzioni per l’Asl e per l’Arpa in reazione a controllo e prevenzione”. Per il sindaco “è assurdo che gli abitanti del rione Tamburi debbano andare a fare gli esami specialistici in altri quartieri e che i tarantini debbano andare fuori dalla città. Basta con i viaggi della speranza”.

All’incontro erano presenti, per protesta, i rappresentanti del Comitato donne per Taranto e neppure Cataldo Ranieri, del comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” perché, secondo quanto riferito dagli ambientalisti, l’Ilva, della quale Ranieri è dipendente, non avrebbe dato il consenso all’uscita dallo stabilimento del lavoratore. 

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