Il premier Mario Monti ha firmato il decreto per la ripartizione dei fondi per il terremoto in favore delle regioni colpite da eventi sismici. Non solo Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, quindi, ma anche Umbria e Abruzzo. “Le risorse – si legge nella nota diffusa da palazzo Chigi – ammontano ad oltre 91 milioni di euro e derivano dai risparmi ottenuti dalla riduzione dei contributi in favore dei partiti e dei movimenti politici (articolo 16, comma 1, della legge 6 luglio 2012, n. 96)”.

“In particolare sono interessati dal provvedimento i comuni colpiti dal terremoto nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo il 20 e 29 maggio 2012 a cui sono destinati oltre 61 milioni di euro; i comuni dell’Umbria a causa del sisma del 15 dicembre 2009 a cui sono destinati 20 milioni di euro, e, infine, gli eventi sismici che hanno interessato la provincia dell’Aquila e gli altri comuni a cui sono destinati 10 milioni di euro. Il decreto – conclude il comunicato – sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale”.

“Aver ridotto il contributo ai partiti politici ci ha permesso di risparmiare  91 milioni per il 2012”, ha spiegato Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio, “Questa prima tranche verrà concentrata sul dramma delle zone terremotate in Emilia, Abruzzo e Umbria. Quelle che arriveranno per il 2013, circa 80 milioni, verranno utilizzate per altre calamità che hanno colpito l’Italia in questi ultimi anni come alluvioni e dissesti geologici”.

La possibilità di devolvere parte dei rimborsi ai terremotati (la rata di luglio) era arrivata dai palazzi romani all’indomani della prima scossa del 20 maggio. A Montecitorio, sull’onda lunga degli scandali targati Francesco Belsito e Luigi Lusi si discuteva proprio una legge sulla trasparenza nei partiti politici e sul dimezzamento dei rimborsi. Lo scorso 24 maggio a pochi giorni dal primo dei due terremoti che hanno colpito l’Emilia, c’era anche un emendamento presentato da membri di Pd e Pdl che prevedeva la creazione di un fondo speciale da 150 milioni di euro, ricavati proprio dai tagli ai rimborsi e destinati ai terremotati dell’Emilia e a tutti i cittadini colpiti da “eventi di terremoto o altri disastri naturali avvenuti dopo l’1 gennaio 2009”. Insomma tra i destinatari di questi “risparmi”della classe politica erano finiti anche i terremotati de L’Aquila. Nel momento dell’emozione tutti i partiti si erano dimostrati a favore. Poi il disegno di legge nelle settimane successive si era come arenato, facendo scattare la protesta sul web.

Il sito Avaa, in poco più di 24 ore, era riuscito a raccogliere oltre 50 mila firme, per mettere pressione all’esecutivo. “Vi chiediamo di riunirvi urgentemente e di adottare una legge d’emergenza per trasferire i 91 milioni di euro di rimborsi elettorali dei partiti ai terremotati – si chiedeva nella petizione – In tempi di ristrettezze economiche, i leader politici devono garantire che le nostre risorse vadano a quelli che ne hanno più bisogno. I partiti hanno promesso di dare una mano per la ricostruzione: sta a voi costringerli a rispettare la parola data”.

Ora, con la firma del premier Monti, i soldi dei tagli ai partiti dovrebbero finalmente entrare nelle casse dei comuni terremotati. Il decreto sarà presto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

di Davide Turrini e Giulia Zaccariello

 

 

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