I funerali di Alberto Caperna, il procuratore aggiunto di Roma deceduto ieri a 61 anni per attacco cardiaco, slittano a giovedì. A determinare il rinvio è stata la richiesta della famiglia del magistrato di sottoporre la salma ad accertamento medico-legale. Caperna era il responsabile del pool dei reati contro la pubblica amministrazione ed in questa veste coordinava le indagini relative a fatti su corruzione, peculato ed altri. Era titolare dei casi Fiorito e Maruccio

Tra le inchieste svolte dal magistrato c’è quella del crollo del palazzo di via Vigna Iacobini, avvenuto alla fine degli anni novanta nel quartiere Portuense, a Roma. Al suo vaglio sono finite numerose e delicate indagini giudiziarie come quelle relative al caso Lusi. Noto per la sua riservatezza e discrezione, Caperna si è anche occupato della vicenda della casa dell’ex ministro Scajola, dell’appalto nell’ambito dell’inchieste sul G8 della scuola Marescialli di Firenze, dell’indagine Parentopoli romana, del filone romano dell’inchiesta Parmalat, della presunta compravendita di senatori. 

L’Associazione Nazionale Magistrati lo ricorda come una persona di straordinarie doti umane e magistrato di grande valore: “Dopo una lunga esperienza maturata nel settore dell’esecuzione penale e nel contrasto all’usura era da tempo impegnato nella lotta alla corruzione, con delicate indagini da lui condotte con competenza, equilibrio e determinazione”.  “Sono sconvolto per la prematura scomparsa del collega Alberto Caperna del quale, in questi pochi mesi, ho imparato ad apprezzarne qualità e professionalità”, ha commentato il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone. “Ho apprezzato di lui – ha aggiunto – la carica umana e la sua attività rimane per i magistrati della Procura di Roma un esempio da imitare ed onorare”. Mercoledì verrà allestita in tribunale la camera ardente. Giovedì alle 10,30 nella chiesa di San Bellarmino, in piazza Ungheria si svolgeranno le esequie. 

Salta intanto, l’interrogatorio dell’ex capogruppo dell’Idv Vincenzo Maruccio anche se, rendono noto i magistrati e investigatori della Guardia di finanza che hanno lavorato in questi mesi con il magistrato, “le indagini sulle spese dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali andranno comunque avanti”. 

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