“Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati; così tutte le qualità che la pagina stampata ha sottratto al linguaggio ritornano nel buio della radio…” diceva Marshall McLuhan nel suo La sposa meccanica, pubblicato nel 1951.

Il rapporto di Bologna con la radio è qualcosa di speciale, quel “buio” magico di cui parla McLuhan è stato esplorato, custodito e difeso. E non ci riferiamo unicamente all’esempio più immediato e famoso di tale tradizione radiofonica (la magica esperienza di Radio Alice) ma anche a chi, in quel buio, ha silenziosamente portato avanti la propria sfida quotidiana, inventandosi, ma soprattutto reinventandosi radio a seconda delle epoche e delle difficoltà.

Ecco dunque perché il compleanno di Radio Città del Capo, 25 anni di attività, non serve venga festeggiato con grandi eventi (la città ha già dato, grazie) o parole sopra le righe, bensì con un “Grazie” di tutta la città.

Grazie, per essere stata voce (e suono) indipendente, per aver offerto informazione, cronaca, cultura, musica e intrattenimento secondo canoni e punti di vista differenti.

Non è una questione di gradimento bensì di opportunità, in Italia le cosiddette “radio libere” faticavano un bel po’ a restare libere, e chi non ha avuto fantasia e tenacia ha finito per tacere.

Non è successo a Radio Città del Capo che, essendo fra l’altro tra i fondatori e parte integrante del circuito Popolare Network,  ha saputo darsi la forma giusta per sostenere la propria sostanza (una cooperativa la cui proprietà è in mano a circa 120 soci lavoratori e oltre 60 soci sovventori).

Infatti, oltre all’irrinunciabile raccolta di pubblicità e vendita di servizi editoriali, è anche grazie al migliaio di ascoltatori-abbonati che versano una quota annuale base di 80 euro, che sopravvive l’indipendenza economica dell’emittente.

Dall’indipendenza alla diffusione,  ecco dunque che oggi molte produzioni radiofoniche realizzate da Radio Città del Capo, sia d’informazione che redazionali, sono diffuse su circuiti di radio locali o sul web. Le storiche voci per l’intrattenimento, la musica e l’edizione giornalistica di Michele Pompei, Piero Santi e Lucia Manassi. Ma anche le nuove leve per la musica indipendente come Francesco Locane, Giovanni Gandolfi, Alarico Mantovani, Enzo Baruffaldi. E poi ancora gli storici titoli delle trasmissioni: da Humus a Thermos, fino a Maps, Nino, Secondavisione.

Infine, tra le produzioni editoriali, impossibile dimenticare il cd-rom “Microfoni da Genova” (2001), che contiene le registrazioni complete della diretta realizzata in occasione del G8 di Genova e le “Teche Sonore”, una sezione del sito della radio dove sono ascoltabili tracce audio relative alla diretta e alla chiusura di Radio Alice nel marzo 1977.

Per festeggiare dunque i 25 anni  “a suon di idee” di quella storia che ebbe inizio il 12 ottobre 1987 nella prima sede di via Cartolerie,  ecco dunque un happening negli spazi dell’emittente stessa (in Mura di Porta Galliera 1/2 A-dalle 18 alle 22) con performance degli artisti Eva Geatti, Valentina Medda, Annalisa Cattani, Teatro dell’Argine, Clavette Or Die e  Officina Duende. Con diretta radio dell’evento: http://radio.rcdc.it/

Sempre da quel buio, quello da cui continuano ad arrivarci notizie, parole e canzoni.

La Repubblica tradita

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